L’utilità della comunicazione non verbale per contrastare il burnout
- 04-02-2019
- Amministratore
Cos’è il burnout
La sindrome da burnout è l’esito patologico di un processo stressogeno da lavoro. Originariamente era principalmente diagnosticato a professionisti che operano in attività che implicano relazioni interpersonali; ultimamente invece è stato riconosciuto come uno stato psicofisico che può interessare qualsiasi tipo di lavoratore.
Alcuni segnali del bournout
Secondo Christina Maslach, professoressa di psicologia all’Università della California, Berkeley, che ha condotto uno studio sul burnout, i segnali di questo malessere sono:
- Sentirsi prosciugati emotivamente, soffrire di nausea, non riuscire a dormire e a superare banali malattie come il raffreddore
- Sentirsi alienati dai colleghi e dai capi, sentirsi costantemente sottovalutati o ostracizzati
- Avere la sensazione di non riuscire a dare il meglio
La comunicazione non verbale e il bournout
Essendo il bournout uno stato stressogeno, all’interno della comunicazione non verbale vedremo dei cambiamenti che rispecchiano l’emozione della paura.
Oltre la fase stressogena, il più delle volte, arriva una fase apatica che si avvicina alla depressione. Dovremo in questo caso notare dei segnali di tristezza.
Per vedere come esprimiamo con la nostra comunicazione non verbale l’emozione della paura e della tristezza vi rimandiamo all’articolo sulle espressioni facciali.
L’utilità della comunicazione non verbale per contrastare il burnout
Specifichiamo che come in tutte le patologie è necessario affidarsi a professionisti che possano fornire tecniche psicologiche e mediche adeguate a superare il problema.
È importante sapere però che anche la postura e le espressioni possono contrastare alcuni stati d’animo negativi. Molti studi hanno infatti verificato che con alcune modifiche della nostra comunicazione non verbale possiamo influenzare il rilascio di ormoni e quindi avere un effetto benefico sul nostro stato d’animo. Le ricerche più conosciute sono quelle di Amy Cuddy.
L’assunzione delle cosiddette Power Position diminuisce l’ansia, l’autovalutazione dell’ansia e la quantita’ di cortisolo mentre incrementa il testosterone. Questi cambiamenti rendono l’individuo più calmo e controllato nelle situazioni più stressanti.
Se si ha il sospetto di essere affetti da burnout uno degli esercizi utili può essere quello di scegliere 3 momenti della giornata per stare 10 minuti in una power position per mettere in circolo ormoni che contrastino gli stati di stress.
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Bibliografia
Dana R. Carney, Amy J.C. Cuddy, and Andy J. Yap (2010). Power Posing: Brief Nonverbal Displays Affect Neuroendocrine Levels and Risk Tolerance. Psychological Science XX(X) 1-6.
Ekman, P. e Friesen, W. (1978). Facial Action Coding System: A Technique for the Measurement of Facial Movement. Consulting Psychologists Press, Palo Alto.
Hjortsjo, C. H. (1970). Man’s face and mimic language. Lund: Studentliterature.
Legisa J. (2015). Ti leggo in volto. Tecniche e metodi di analisi scientifica delle espressioni facciali. Armando Editore.
Legisa J. et al. (2015). Body Coding System. In press.