Se sorridiamo viviamo meglio

  • 13-10-2019
  • Amministratore

Le nostre emozioni condizionano il nostro stato di salute e di benessere. Quando ci sentiamo tristi, il nostro corpo cambia e ci sentiamo meno energici. A volte abbiamo sentito dire che se agiamo sul nostro comportamento non verbale e quindi modificando la nostra fisiologia possiamo avere degli effetti benefici sul nostro benessere. Questo accade perché il cambiamento di postura mette in circolo ormoni in grado di modificare il nostro stato d’animo.

 

La tecnica di mettere la matita tra i denti che ci porta a sollevare gli angoli della bocca ad esempio ha questa finalità. Ciò che si sviluppa sul volto è un sorriso detto sociale o falso, ossia che non ha al suo interno la reale emozione di gioia. Quel sorriso che utilizziamo più volte al giorno per entrare in relazione con le persone. Possiamo però fare di meglio perché se ci impegniamo a sorridere anche contraendo la regione degli occhi ci avviciniamo ancora di più al sorriso che facciamo quando siamo realmente felici. 

Anche la scienza conferma che sorridere conviene.

Secondo uno studio di Keltner sembrerebbe che questa distinzione sia molto importante perché correla con la soddisfazione nella vita e con la qualità del matrimonio.

I ricercatori Dacher Keltner e LeeAnne Harker dell’Università della California, Berkeley hanno analizzato i sorrisi in 141 foto dell’annuario del 1960 del Mills College. Hanno diviso le foto a seconda dei sorrisi Duchenne, sorrisi sociali e i non sorrisi. 

I ricercatori hanno poi seguito con uno studio longitudinale queste donne intervistandole a 27, 43 e 52 anni e ponendo loro domande sulla loro soddisfazione di vita e sullo stato del loro matrimonio. 

I risultati indicano che il sorriso di Duchenne prevedeva grado di soddisfazione nella vita e nel matrimonio più alto anche a distanza di 30 anni.  

Alleniamoci quindi a sorridere genuinamente.

NeuroComScience nasce nel 2012 con l’intento di portare in Italia le tecniche di analisi comportamentale impiegate dagli anni settanta negli Stati Uniti come ausilio alle attività di polizia, di intelligence ma anche di selezione e valutazione del personale, educazione e clinica. Il team di analisti coordinato dalla fondatrice di NeuroComScience, dottoressa Jasna Legiša, utilizza una metodologia di analisi del tutto peculiare unendo tecniche già collaudate ed altre create in maniera autonoma attraverso la sperimentazione in laboratorio. Il risultato è una prassi di indagine innovativa che permette di profilare in maniera veloce e precisa i soggetti esaminati fornendo molte più informazioni rispetto a quelle ottenibili con le tradizionali metodologie di analisi. Gli analisti di Neurocomscience garantiscono le loro consulenze in molti diversi campi.

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    Bibliografia

     

    Harker, L. and Keltner, D. (2001). Expressions of positive emotion in women’s college yearbook pictures and their relationship to personality and life outcomes across adulthood. Journal of Personality and Social Psychology, 80(1):112-124.

    
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