Il linguaggio del corpo e la menzogna

  • 31-01-2019
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In ambito investigativo il tema della menzogna è uno di quelli più studiati, piacerebbe a tutti infatti avere dei segnali chiari che ci permettono di individuare quando una persona sta mentendo.

Molti studiosi si sono spesi in questi studi. Riportiamo di seguito uno studio di Vrij (1995), uno dei primi ricercatori che si è imbattuto nell’analisi di questa affascinante materia.

 

Nella sua ricerca il linguaggio del corpo dell’inganno è stato valutato durante un’intervista di polizia simulata, in particolare è stata analizzata la relazione tra i movimenti delle braccia e delle mani e l’inganno.

I risultati hanno mostrato una diminuzione dei movimenti delle mani e delle dita durante l’inganno sostenendo la teoria che i soggetti che mentono tendono a controllare di più il loro linguaggio del corpo.

Sappi che se sei sorpreso da questi dati non sei l’unico in quanto una delle false credenze sulla menzogna è proprio quella che chi mente si muove di più perché è “agitato”.

Non è così e la scienza ve lo conferma.

Nell’area investigativa è importantissimo saper individuare i giusti segnali di menzogna. Partiremo in questo articolo collegandoci allo studio di Vrij visto precedentemente e facendo un’analisi di quali sono i movimenti delle mani e braccia che possiamo notare più frequentemente.

Per conoscere più nello specifico come funzionano queste tecniche di analisi del linguaggio del corpo vi rimandiamo agli articoli sulle espressioni facciali e sui movimenti del corpo.

Movimenti illustratori 

I movimenti illustratori sono quei movimenti effettuati con mani e braccia che accompagnano ciò che diciamo verbalmente. Si dividono in varie categorie che descriveremo qui sotto:

  • bacchette: che indicano il tempo o il ritmo e servono per enfatizzare un concetto (Figura 1)
Figura 1
  • indicatori: indicano persone, cose, situazioni; vengono utilizzati per puntualizzare (Figura 2)
Figura 2
  • pittogrammi: disegnano figure, ad esempio mostrare con le mani come è fatta una scala a chiocciola;
  • ideogrammi: indicano una direzione del pensiero. Possono distinguersi in ideogrammi delle decisioni e ideogrammi del tempo.

Come abbiamo visto all’inizio, tutti questi movimenti, quando mentiamo, tendono ad essere meno presenti ma è importante però sempre considerare, prima di fare interpretazioni errate, la baseline dell’interlocutore.

Per baseline si intende il comportamento di base della persona, infatti, non tutti gesticolano in una situazione neutra, alla stessa maniera; considerando questo parametro sarà possibile verificare se in alcuni casi c’è un aumento o una diminuzione dei gesti.

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    Bibliografia

    Ekman, P. e Friesen, W. (1978). Facial Action Coding System: A Technique for the Measurement of Facial Movement. Consulting Psychologists Press, Palo Alto.

    Hjortsjo, C. H. (1970). Man’s face and mimic language. Lund: Studentliterature.

    Legisa J. (2015). Ti leggo in volto. Tecniche e metodi di analisi scientifica delle espressioni facciali. Armando Editore.

    Legisa J. et al. (2015). Body Coding System. In press.

    Vrij A. (1995). Behavioral Correlates of Deception in a Simulated Police Interview. Journal of Psychology, 129, 15-28.

    Foto tratta da: https://www.timeslive.co.za

     

    
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