Il linguaggio del corpo e la percezione di sincerità di un’emozione
- 15-02-2019
- Amministratore
Nel mondo dello spettacolo è importantissimo che un attore sappia mostrare espressioni sincere perché solo in questo modo riuscirà ad arrivare al pubblico e a emozionare realmente. L’utilizzo delle tecniche di analisi scientifica del linguaggio del corpo può aiutare a riconoscere le caratteristiche delle varie espressioni per saper valutare quando un’espressione è sincera e quando no. Nel seguente articolo troviamo una ricerca scientifica che studia la veridicità di un’espressione.
La contrazione della parte esterna del muscolo orbicolare dell’occhio fa apparire delle rughe attorno all’occhio ed è un importante indice del linguaggio del corpo; le cosiddette rughe a zampa di gallina, infatti, sono indispensabili per distinguere il sorriso vero o detto anche Duchenne da quello falso o da altri tipi di sorriso.
In uno studio condotto da Malek e colleghi (2018) si è voluto verificare se questa determinata azione facciale – riconosciuta con il numero 6 – potesse avere un singolo ruolo in più espressioni facciali.
Per effettuare questo studio i ricercatori hanno utilizzato la tecnica della “rivalità binoculare” mostrando ai partecipanti diverse immagini nell’occhio sinistro e destro. Questa tecnica mette in conflitto il nostro cervello che deve scegliere automaticamente una delle immagini, si tratta di un processo decisionale automatico che in modo subliminale sceglie l’immagine più rilevante e importante.
Le immagini scelte sono state generate al computer costruendo degli avatar con un linguaggio del corpo diverso, alcuni presentavano le rughe attorno agli occhi e altri no.
Il partecipante guardava un’espressione di Duchenne in un occhio e un’espressione non Duchenne nell’altro occhio, e aveva il compito di valutare l’espressione facciale sia per il grado di intensità che per il grado di sincerità percepita.
I risultati indicano che la maggior parte dei partecipanti classificava sia i sorrisi di Duchenne che le espressioni tristi di Duchenne come più intense e più sincere rispetto alle espressioni facciali in cui mancavano le rughe sugli occhi.
Questi dati quindi forniscono evidenze a favore dell’ipotesi di Darwin secondo cui anche azioni facciali isolate hanno una funzione universale, in questo caso quella di trasmettere il grado di intensità e di sincerità di un’espressione facciale.
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Bibliografia