La Forma è Sostanza – il modo in cui ti esprimi è il superpotere di oggi!

  • 05-09-2018
  • Amministratore

 Era il 1929 alla Berkeley University  quando Robert Oppenheimer, all’età di soli 25 anni, iniziò la sua carriera di insegnante. Robert era già molto noto e stimato per le sue teorie sulla fisica quantistica e così quell’anno la sua classe straripava di studenti bramosi di ascoltarlo.

Ma alla fine del semestre, di tutti i suoi studenti, ne era rimasto soltanto uno! Perché?

Il fatto è che il suo modo di esprimersi anziché valorizzare i contenuti di altissimo livello scientifico che portava, li penalizzava, allontanando gli studenti.  Era freddo, oscuro, poco coinvolgente. 

 

Oppenheimer avrebbe potuto dedurre di non essere portato per l’insegnamento, e continuare ad essere solo un semplice ricercatore.

E invece scelse un’altra strada.  Quella che ancora pochi perseguono. Quella che cambia tutto.
Ammise la sua mancanza e iniziò a chiedersi COME poter trasmettere in modo più efficace ciò che sapeva, formandosi nell’abilità oratoria.

Il risultato fu che alla fine della sua carriera fu riconosciuto dai suoi studenti come uno dei relatori più stimolanti mai avuti e le sue idee poterono diffondersi con grande facilità.

 

La storia di Robert Oppenheimer è solo uno dei tanti esempi, di un fenomeno  che a tutt’oggi continua ad essere sotto i nostri occhi.

 

La FORMA è sostanza!

Il MODO che utilizziamo per esprimere le nostre idee e qualsiasi nostro contenuto ha un effetto determinante su come quel contenuto verrà recepito e sull’impatto che avrà sugli altri.

 

Quante volte abbiamo assistito a relazioni, da parte di ricercatori, professori universitari, o manager, potenzialmente interessanti nelle promesse, ma che ci hanno fatto sbadigliare ed annoiare per lo stile noioso con cui sono state presentate?

Proprio questo è il grosso peccato: ci sono tantissime cose che conosciamo e con cui potremmo arricchire anche la vita degli altri, ma spesso quando abbiamo l’opportunità di tirarle fuori lo facciamo nel modo sbagliato. La nostra freccia non raggiunge l’obiettivo.

 

“Sì ma…ci sono argomenti e argomenti! Alcuni sono più coinvolgenti, altri meno”, si potrebbe obiettare.

 

Non siamo d’accordo! Prendiamo ad esempio le relazioni tecnico-scientifiche, spesso considerate noiose per definizione.

Jill Bolte Taylor, neuroscienziata americana, ha tenuto una lezione di neuroanatomia a un pubblico di studenti, che è ha ottenuto più di 300.000 visualizzazioni su youtube! Questo è un fantastico esempio di come un argomento scientifico possa essere esposto con una modalità coinvolgente e memorabile.

 

Lo storico David Christian ha raccontato la “storia del mondo in 18 minuti” in un’affascinante relazione che è stata vista da più di 3 milioni di persone in tutto il pianeta, grazie alla modalità avvincente con cui ha narrato un argomento vastissimo e complesso.

 

Il famoso discorso di Steve Jobs agli studenti dell’Università di Stanford oltre ad avere entusiasmato e ispirati una folla di studenti neolaureandi,  è stato successivamente visto da più di 30 milioni di persone!

Poteva essere un semplice discorso motivazionale di fine anno accademico e invece è diventato un cult, che ha ispirato milioni di persone in tutto il pianeta.

 

Tutto questo mette in luce come, a parità di contenuti, è il MODO di comunicare a fare un’enorme differenza, determinando come verrà recepito il discorso e  quale sarà il suo impatto sugli ascoltatori.

 

In una realtà interconnessa e tecnologica come quella in cui viviamo oggi la capacità di comunicare e presentare le proprie idee in modo coinvolgente sta diventando il vero e proprio “superpotere del 21° secolo”, un potere che chiunque voglia realizzare i propri desideri personali e professionali dovrà possedere.

 

La bella notizia è che queste fondamentali abilità comunicative non sono altro che specifiche competenze da implementare. Certo, esistono persone naturalmente dotate di un alto carisma comunicativo, al tempo stesso ciò che fanno può essere compreso e replicato da chiunque altro.

La chiave sta nell’avere una guida che permetta di decifrare “quello che funziona”, all’interno di un percorso di apprendimento che aiuti la persona a padroneggiare le tecniche di comunicazione persuasiva e i segreti dell’arte oratoria, così che diventino parte integrante del suo naturale modo di comunicare.

 

Il primo consiglio che diamo è quello di partire dall’auto-osservazione.

Alla prossima occasione di public speaking possiamo chiederci: quanto siamo stati efficaci? Possiamo fare di meglio?

Poi, proprio come Oppenheimer, facciamo la nostra scelta!

 

Se desideri maggiori informazioni sul nostro approccio unico, di Personal & Public Speaking, consulta il nostro sito www.thespeakingmoment.com

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Marta Botteon: 393 98 95 861

Martina Scarazzato: 327 84 58 086

 

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