L’effetto camaleonte nel mondo virtuale
- 13-06-2019
- Amministratore
L’effetto camaleonte ossia la sincronizzazione della comunicazione non verbale nelle interazioni diadiche e di gruppo è stata descritta per la prima volta da Kendon (1970) e LaFrance (1982). Da allora, la sincronizzazione nelle interazioni diadiche e di gruppo è stata osservata in molte altre forme, come ad esempio sugli accenti e sugli schemi vocali (Cappella & Panalp, 1981) e sul contagio emotivo (Neumann & Strack, 2000).
Ad esempio, in uno studio che valutava l’effetto camaleonte i camerieri che ripetevano gli ordini dei loro clienti ricevevano mance più grandi dei camerieri che non lo facevano (van Baaren, Holland, Steenaert, & van Knippenberg, 2003).
Gli studi, inoltre, dimostrano che l’effetto è bilaterale ossia che la mimica facilità l’affiliazione e il comportamento pro-sociale mentre se due persone sono affiliate aumentano il mimetismo tra di loro (Lakin, Jefferis, Cheng e Chartrand, 2003).
Jeremy N. Bailenson and Nick Yee (2005) hanno voluto verificare se questo effetto si nota anche utilizzando avatar creati con l’intelligenza artificiale. Questo agente virtuale imitava i movimenti della testa del partecipante con un ritardo di 4 secondi o movimenti preregistrati di un altro partecipante mentre veniva effettuato un discorso.
Gli agenti che mimavano la comunicazione non verbale del partecipante erano più persuasivi e hanno ricevuto valutazioni più positive rispetto agli agenti virtuali che non imitavano, nonostante l’incapacità dei partecipanti di riconoscere esplicitamente il mimetismo.
Questi dati sono straordinariamente potenti perché dimostrano la capacità di utilizzare l’imitazione automatica e indiscriminata (cioè un algoritmo informatico applicato ciecamente a tutti i movimenti) per ottenere influenza sociale. Inoltre, questo è stato il primo studio a verificare gli effetti dell’effetto camaleonte su non umani.
L’effetto camaleonte si basa sul concetto del mirroring ossia riproporre una comunicazione non verbale simile a quella del mio interlocutore. Come abbiamo potuto vedere, anche dai risultati di questo studio, questa pratica sembra essere molto efficace anche se è importante sottolineare che è necessario conoscere il significato della comunicazione non verbale per sapere cosa rispecchiare. Pensate infatti di avere una persona stressata davanti ed iniziare a copiare i movimenti di stress, sicuramente non si prospetta un’interazione molto efficace. Quindi attenzione a cosa rispecchiate.
Scarica l’approfondimento sull’analisi delle espressioni facciali e i corsi di linguaggio del corpo!
Scopri le tecniche e i metodi di analisi della comunicazione non verbale
Bibliografia
Ekman, P. e Friesen, W. (1978). Facial Action Coding System: A Technique for the Measurement of Facial Movement. Consulting Psychologists Press, Palo Alto.
Hjortsjo, C. H. (1970). Man’s face and mimic language. Lund: Studentliterature.
Legisa J. (2015). Ti leggo in volto. Tecniche e metodi di analisi scientifica delle espressioni facciali. Armando Editore.
Legisa J. et al. (2015). Body Coding System. In press.
Bailenson, J., & Yee, N. (2005). Digital chameleons: Automatic assimilation of nonverbal gestures in immersive virtual environments. Psychological Science, 16, 814–819
Cappella, J., & Panalp, A. (1981). Talk and silence sequences in informal conversations: Interspeaker influence. Human Communication Research, 7, 117–132.
Kendon, A. (1970). Movement coordination in social interactions. Acta Psychologica, 32, 101–125.
LaFrance, M. (1982). Posture mirroring and rapport. In M. Davis (Ed.), Interaction rhythms: Periodicity in communicative behavior (pp. 279–298). New York: Human Sciences Press.
Lakin, J.L., & Chartrand, T.L. (2003). Using nonconscious behavioral mimicry to create affiliation and rapport. Psychological Science, 14, 334–339
Neumann, R., & Strack, F. (2000). Mood contagion: The automatic transfer of mood between persons. Journal of Personality and Social Psychology, 79, 211–223.
van Baaren, R.B., Holland, R.W., Steenaert, B., & van Knippenberg, A. (2003). Mimicry for money: Behavioral consequences of imitation. Journal of Experimental Social Psychology, 39, 393–398.