Le credenze degli esperti sugli indicatori della comunicazione non verbale della menzogna

  • 01-03-2019
  • Amministratore

 

Ci sono credenze errate per quanto riguarda la comunicazione non verbale durante la rilevazione della menzogna e quello che è sorprendente è che anche figure professionali come forze dell’ordine e investigatori privati, che hanno il compito di scovare le menzogne, non sono immuni da queste credenze.

Uno studio effettuato da Aldert Vrij and G~in R. Semin ha messo a confronto vari figure per verificare quali erano le credenze sulla comunicazione non verbale più diffuse e soprattutto quali erano le persone più brave a rilevare la menzogna.

Hanno partecipato allo studio 212 soggetti (83 studenti universitari, 20 prigionieri, 42 agenti della dogana, 29 agenti di polizia, 17 guardie carcerarie e 21 agenti di polizia di pattuglia). Dei soggetti, il 70% erano maschi e il 30% erano donne. L’età media era di 30 anni. Quasi tutti gli appartenenti delle forze dell’ordine (93%) hanno dichiarato di possedere una notevole esperienza nella rilevazione dell’inganno. Gli studenti del college erano psicologi universitari studenti della Libera Università di Amsterdam. I prigionieri erano condannati per vari crimini tra cui incendi, rapine, spaccio e omicidio.

Le credenze sulla comunicazione non verbale dell’inganno sono state studiate attraverso un questionario e più precisamente sono stati studiati 16 comportamenti non verbali: (1) comportamento dello sguardo, (2) sorriso, (3) movimenti della testa, (4) movimenti del tronco, (5) posizioni di spostamento, (6) movimenti del piede / gamba, (7) gesti, (8) adattatori, (9) movimenti della mano e delle dita, (10) movimenti delle spalle, (11) lunghezza della risposta, (12) frequenza vocale, (13) periodo di latenza, (14) pause piene, (15) disturbi del parlato e (16) tono della voce.

I soggetti dovevano dare la loro opinione sulla relazione di questi comportamenti con l’inganno in una serie di risposte a scelta multipla. Facciamo di seguito un esempio per il comportamento dei movimenti del tronco:

  1. I bugiardi compiono più movimenti del tronco rispetto alle persone che dicono la verità
  2. I bugiardi fanno meno movimenti del tronco rispetto alle persone che dicono la verità
  3. I bugiardi fanno gli stessi movimenti di tronco rispetto alle persone che dicono la verità
  4. Nessuna opinione

La tabella 2 rivela sei differenze significative tra i detenuti e gli studenti (riguardanti il ​​comportamento dello sguardo, i cambiamenti posturali, i movimenti della mano e delle dita, i movimenti dei piedi e delle gambe, gli auto adattatori e le alzate di spalle), sei differenze significative tra i detenuti e gli esperti ( riguardante il comportamento dello sguardo, i cambiamenti posturali, i gesti, il movimento delle mani e delle dita, movimenti del piede e delle gambe e gli auto adattatori) e due differenze significative tra gli studenti universitari e gli esperti (riguardanti i gesti e le alzate di spalle). Le differenze sono principalmente causate dai detenuti che hanno credenze diverse sugli indici comportamentali della menzogna rispetto agli altri due gruppi. Ad eccezione delle alzate di spalle, infatti, gli studenti universitari e le forze dell’ordine hanno associato l’inganno ad un aumento dei comportamenti descritti rispetto ai detenuti.

Di solito si pensa che chi mente tende ad essere nervoso quindi a muoversi di più oppure ad evitare lo sguardo. Vediamo quindi di seguito quali sono i risultati per quanto riguarda questi due comportamenti.

Sebbene il comportamento dello sguardo non sia un indicatore effettivo di menzogna molti studenti universitari e forze dell’ordine hanno indicato lo sguardo evitante come associato all’inganno. L’opzione che non ci sia alcuna relazione tra sguardo e menzogna è stata scelta più frequentemente dai prigionieri.

Una diminuzione dei movimenti delle mani e delle dita (figura 4) è un indicatore di inganno e sono stati principalmente i detenuti a segnalare questa relazione. La stessa cosa è successa per i movimenti dei piedi e delle gambe (figura 5).

In conclusione, dai risultati di questo studio si può comprendere come sia necessario formarsi nella rilevazione della menzogna e in particolare utilizzare tecniche e metodi scientifici e affidabili che limitino il più possibile credenze e pregiudizi.

 

 

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    Bibliografia

    Vrij, Aldert and G.R. Semin. 1996. Lie experts’ beliefs about nonverbal indicators of deception. Journal of Nonverbal Behavior 20: 65-80.

     

    
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