La comunicazione non verbale: sorriso vero o sorriso falso?
- 01-02-2019
- Amministratore
In ambito medico è fondamentale comprendere quando un paziente è soddisfatto della terapia oppure no, se quello che è stato proposto è incline alle aspettative oppure no.
Immaginiamo di essere un dermatologo e dare una cura in cui bisogna applicare 3 volte al giorno una crema. Come capiamo se il paziente è propositivo nel portare avanti questa terapia oppure non è realmente felice di ciò che si è proposto?
Queste domande sono fondamentali perché avranno un’influenza sul rispetto o meno della terapia.
La ricerca indica che esistono vari tipi di sorriso ma i due sorrisi maggiormente messi in relazione sono il sorriso genuino e il sorriso falso.
Questa distinzione è stata di interesse per i ricercatori della comunicazione non verbale per molto tempo e bisogna sapere che il sorriso vero viene definito “sorriso Duchenne”, dal nome del medico francese Guillaume Duchenne, che ha studiato la fisiologia delle espressioni facciali nel diciannovesimo secolo.
Il sorriso di Duchenne comporta una contrazione di due muscoli: lo zigomatico maggiore (sollevamento degli angoli della bocca – movimento 12) e l’orbicolare dell’occhio (che solleva le guance e produce zampe di gallina intorno agli occhi – movimento 6).
Il sorriso falso invece comporta la contrazione solo del muscolo zigomatico maggiore.
Come mai avviene questo?
Gli scienziati hanno scoperto che questi due tipi di sorrisi sono effettivamente controllati da due parti completamente diverse del nostro cervello.
Quando un paziente con danni alla corteccia motoria sinistra del cervello sorride volontariamente, il sorriso è asimmetrico. Tuttavia, quando lo stesso paziente ride spontaneamente, il sorriso si presenta normale ossia senza asimmetria. Ciò dimostra che il sorriso vero è controllato da qualche altra parte del cervello.
Ora prendiamo un altro tipo di paziente, uno con danni al cingolato anteriore (una parte del sistema limbico), quando questo paziente sorride volontariamente non c’è asimmetria mentre quando sorride spontaneamente appare l’asimmetria.
Questi dati indicano quindi che il sorriso sociale è controllato dalla corteccia motoria mentre il sorriso Duchenne e tutte le espressioni collegate alle emozioni, sono controllate dal sistema limbico.
Per riconoscere se siamo di fronte ad un sorriso vero o falso è necessario dotarsi di tecniche oggettive di analisi della comunicazione non verbale che ci permettano di avere un’affidabilità nell’analisi.
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Codifica e Decodifica del Sorriso Duchenne e del Sorriso Sociale
Sorriso Duchenne
Si tratta dell’unico sorriso di vera felicità. Oltre agli angoli della bocca rivolti verso l’alto (che sono associati stereotipicamente al sorriso), il sorriso Duchenne si differenza per il sollevamento delle guance che lascia delle rughe, dette “zampe di gallina”.
Codifica (ossia la descrizione delle caratteristiche fisiche del movimento): movimento 6 (innalzamento delle guance e comparsa di rughe a zampe di gallina) e il movimento 12 (innalzamento degli angoli della bocca).
Decodifica (ossia l’interpretazione di un movimento): gioia
Sorriso falso
Questo sorriso manca del coinvolgimento degli occhi tipico del sorriso di Duchenne ed è una tipologia di sorriso che non esprime gioia ma che utilizziamo socialmente, per entrare in relazione con gli altri. Quando le persone ci dicono di “sorridere” per fare una foto, il più delle volte saremo un sorriso falso.
Codifica: movimento 12 (innalzamento degli angoli della bocca), può comparire anche il movimento 7 (assottigliamento della parte inferiore dell’occhio che lo fa apparire più stretto)
Decodifica: nessuna emozione, neutro
Grazie a questi studi di neuropsicologia si può quindi capire come la comunicazione non verbale sia uno schermo delle nostre reali emozioni. Perdersi queste informazioni può prolungare la comprensione di comportamenti, emozioni e stati d’animo di chi abbiamo di fronte.
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Bibliografia
Damasio, A. (2006). Descartes’ Error. Vintage (Rand).
Ekman, P. e Friesen, W. (1978). Facial Action Coding System: A Technique for the Measurement of Facial Movement. Consulting Psychologists Press, Palo Alto.
Hjortsjo, C. H. (1970). Man’s face and mimic language. Lund: Studentliterature.
Legisa J. (2015). Ti leggo in volto. Tecniche e metodi di analisi scientifica delle espressioni facciali. Armando Editore.
Legisa J. et al. (2015). Body Coding System. In press.