IL RUOLO DEL COMPORTAMENTO NON VERBALE NELLE DISPARITÀ ETNICHE E DI ASSISTENZA SANITARIA: IMPLICAZIONI E SOLUZIONI.

  • 11-11-2014
  • Amministratore

Le persone appartenenti alle minoranze etniche ripongono meno fiducia nei medici di razza bianca e questa diffidenza influisce negativamente sulle loro condizioni di salute.
”Il tono di voce [del medico], tutto il loro comportamento non verbale e verbale cambia nei miei confronti, cambiano quando trattano qualcuno di pelle bianca rispetto a qualcuno di pelle nera. Mi guardano e tutto cambia.” (Commento di un paziente afroamericano che racconta la sua diffidenza nei confronti dei medici.)
”Il medico dice alla paziente [un’anziana donna cinese] che deve iniziare a prendere un farmaco per curare la pressione del sangue troppo alta e le porge una prescrizione. La paziente annuisce rispettosamente. Un anno dopo la stessa paziente viene rivisitata e risulta avere ancora la pressione pericolosamente alta: è chiaro che non ha preso il suo farmaco. Ciò che il medico non ha capito è che annuire o sorridente in molte culture significa semplicemente “ti sento e voglio mostrarti rispetto.” E in genere non vuol dire “Sono d’accordo con te e mi impegno a prendere il trattamento che prescrivi”.”

L’etnia influenza molti aspetti delle interazioni tra medici e pazienti, tra cui la qualità della comunicazione ed il comportamento non verbale durante il trattamento medico. Come gli esempi sopra citati illustrano, la comunicazione può svolgere un ruolo non solo in ciò che i pazienti e i medici dicono, ma anche nella natura e nel significato del loro comportamento non verbale . Il tono di voce di un medico, l’espressione del viso, la postura o il grado di contatto oculare possono cambiare quando interagisce con un paziente appartenente ad una minoranza etnica, e ciò potrebbe portare il paziente a concludere che il medico si preoccupa meno di lui rispetto ai pazienti di un’altra etnia. Allo stesso tempo proprio la comunicazione ed il comportamento non verbale del paziente, comprese le sue espressioni facciali, il livello di contatto oculare o, come nel secondo esempio, i cenni di accordo possono essere difficili da comprendere per un medico con un diverso background culturale.
Le ipotesi e le incomprensioni che sorgono nella comunicazione e nel comportamento non verbale hanno conseguenze importanti per la fiducia e la soddisfazione dei pazienti, per l’aderenza al trattamento medico prescritto e per gli eventuali risultati delle terapie. Ma la società americana pur valorizzando e promuovendo idee e pratiche di uguaglianza etnica, non riesce ad evitare che molte delle sue istituzioni (ad esempio i media) perpetuino stereotipi riguardanti i diversi gruppi etnici. Queste due caratteristiche della società americana possono far sì che anche i medici esibiscano comportamenti non verbali discriminanti nei confronti, rispettivamente, degli individui bianchi e dei membri delle minoranze etniche anche senza esserne consapevoli. In particolare gli stereotipi sulle minoranze e la preoccupazione di apparire prevenuti possono contribuire a comportamenti non verbali disinteressati o di disattenzione da parte dei medici: stare seduti a distanza, sporgersi meno in avanti, distogliere lo sguardo, diminuire il gesticolare, dimostrare irrequietezza, annuire meno, avere una postura aperta o un’espressione del viso rigida, ognuno dei quali può trasmettere l’impressione di mancanza di attenzione o di empatia verso il paziente. Al contrario i comportamenti non verbali che veicolano l’impegno, come ad esempio il sedersi vicino al paziente, sporgendosi in avanti, creando contatto oculare, l’annuire, l’avere una postura chiusa ed l’esibire espressività del viso possono favorire il rapporto medico-paziente.
Un’altra importante componente della costruzione di un rapporto costruttivo è la comprensione da parte del medico del comportamento non verbale del paziente. Al fine di costruire rapporti di fiducia e per sollecitare efficacemente le informazioni necessarie alla cura, i medici devono non solo ascoltare ciò che i pazienti hanno da dire, ma devono essere in grado di leggere in modo efficace i loro comportamenti non verbali: ciò migliorerà i risultati delle terapie. Dai risultati di una ricerca emerge che la sensibilità non verbale del medico è correlata con la sensazione del paziente che il medico si preoccupa per lui e può anche capire il suo stato d’animo. Allo stesso modo, il paziente il cui medico ha un’alta sensibilità non verbale tende ad apprezzarlo di più e a vederlo come più compassionevole. Infatti i medici che sono più abili ad interpretare il comportamento non verbale dei pazienti tendono ad avere un minor numero di cancellazioni degli appuntamenti e visite mediche più brevi, perché sono maggiormente in grado di suscitare e rispondere alle informazioni dei loro pazienti in modo efficace ed efficiente.

Tre tipi di soluzione a questo problema sembrano promettenti: la prima serie di possibili soluzioni mira a comprendere le origini dei ”punti di vista stereotipici e delle preoccupazioni di apparire prevenuti”; un secondo gruppo di soluzioni mira a migliorare i rapporti con i pazienti, migliorando la capacità dei medici di leggere il loro comportamento non verbale; infine un terzo tipo di soluzione ha lo scopo di interrompere il rapporto tra comportamento non verbale inefficace del medico e un’inefficace comprensione del comportamento non verbale delle minoranze etniche.
Migliorare le esperienze in campo medico e soprattutto nella salute negli individui afroamericani e nei membri di altre minoranze è un obiettivo importante per gli sforzi multiculturali oltre che nella formazione delle competenze culturali nell’educazione medica. La considerazione del ruolo svolto dalla comunicazione e dal comportamento non verbale da parte di medici e pazienti nelle interazioni tra medici bianchi e pazienti del gruppo di minoranza etnica dovrebbe essere una parte fondamentale di questi sforzi.

 

 

(Tratto dalla rivista scientifica Medical Education, 2013 by Cynthia S. Levine & Nalini Ambady)


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