RILEVAMENTO DELLE BUGIE NEI BAMBINI: CONFRONTO TRA LE VERE RAGIONI SULLE LESIONI ALTAMENTE STRESSANTI CON SOGGETTI IMPREPARATI, PREPARATI E ISTRUITI SULLE BUGIE.

  • 04-12-2014
  • Amministratore

Nelle aule dei tribunali americani la credibilità dei bambini è spesso valutata dai giurati, persone non preparate che devono decidere autonomamente se i bambini stanno dicendo delle bugie o la verità.
Allo stesso modo gli agenti di polizia, gli avvocati, gli assistenti sociali, i giudici si trovano abitualmente nella posizione di dover decidere se i racconti dei bambini sono veri o se stanno raccontando bugie.

Nella letteratura riguardante la memoria dei bambini la rilevanza, l’unicità e l’emotività degli eventi sono predittivi di quanto bene i bambini li ricordano (Bauer, 2006, 2007; Peterson, 2002; e Quas, Alexander, e Goodman, in corso di stampa). Ad esempio i bambini di età inferiore ai 3 anni sono sorprendentemente competenti nel ricordare le informazioni su eventi altamente salienti, unici ed emotivamente eccitanti. I bambini hanno ricordi a lungo termine elaborati su eventi stressanti come gli incidenti subiti dalle persone (Peterson & Whalen, 2001), le catastrofi naturali (Fivush et al., 2004) e le procedure mediche dolorose (Quas et al.).
Se la memoria dei bambini riguardo alle esperienze altamente salienti e stressanti è molto migliore rispetto alla memoria relativa alle esperienze quotidiane, è possibile che ci sia un vantaggio parallelo per gli eventi salienti e stressanti in termini di rilevazione delle bugie.
514 studenti universitari sono stati reclutati per partecipare volontariamente a questo studio: la loro età media era di 22,3 anni, 362 partecipanti erano di sesso femminile e 149 erano di sesso maschile. I partecipanti erano per lo più caucasici e provenivano da ambienti socio-economici misti, inoltre il 24,7% degli studenti ha affermato di avere seguito corsi accademici o aver avuto esperienze di formazione in psicologia forense, criminologia o altri campi che erano rilevanti per riconoscere le bugie, infine l’8,2% erano anche genitori.
Ogni pacchetto distribuito ai partecipanti includeva una copia di una di 32 interviste, un modulo di consenso informato e un questionario. I materiali di stimolo erano una raccolta di interviste a otto bambini (metà femmine e metà maschi, metà di 8-9 anni ed il resto di 12-14 anni) che erano stati feriti abbastanza seriamente da richiedere un trattamento al pronto soccorso e che erano stati intervistati alcuni giorni dopo. Le interviste erano state registrate e trascritte alla lettera fatta eccezione per tutte le informazioni che avrebbero permesso l’identificazione del soggetto. Il questionario da compilare chiedeva ai partecipanti se pensavano che il bambino nell’intervista stesse dicendo delle bugie e di valutare il proprio grado di fiducia su una scala a cinque punti da 1, “per niente sicuro, a 5, ”molto fiducioso.” I bambini erano stati divisi in quattro diverse condizioni: verità, bugie preparate, bugie non preparate e addestrati a dire bugie.
I bambini sono stati invitati a “cercare di ingannare l’intervistatore”, richiesta che tutti hanno apprezzato svolgendo il compito come fosse una sfida: (a) nella condizione ”impreparati” ai bambini è stato spiegato come dire le bugie ed è stato chiesto di pensarci su per poco tempo prima dell’inizio del colloquio. (b) Ai bambini ”preparati a dire le bugie” è stato detto, con un giorno di anticipo, su cosa avrebbero dovuto mentire ed è stato chiesto loro di pensare a ciò che stavano andando a raccontare. Ai loro genitori è stato chiesto di astenersi dall’aiutarli, perché i ricercatori erano interessati a ciò che il loro bambino avrebbe costruito in modo indipendente. (c) I genitori dei bambini nella condizione di ”addestramento” alle bugie hanno aiutato i loro bambini a costruire una storia coerente ogni giorno per quattro giorni prima dell’intervista.
La premessa che motivava la ricerca attuale era che i profani sarebbero riusciti a rilevare più facilmente la verità rispetto alle bugie di un racconto se l’evento era stato altamente saliente e stressante per il bambino.
Dall’analisi dei risultati si è potuto invece rilevare che gli studenti non sono stati in grado di distinguere con precisione i racconti veritieri dalle bugie improvvisate o preparate il giorno prima, mentre tutti i bambini addestrati a preparare le bugie con largo anticipo hanno ingannato i “giudici”. Entrambi questi risultati hanno implicazioni legali molto sconfortanti.
 

(Tratto dalla rivista scientifica Behavioral Sciences and the Law, 2012 by Kelly L. Warren, Ph.D., Elyse Dodd, Graham Raynor and Carole Peterson, Ph.D.)


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