Allenare il “Problem Solving” aumenta il rendimento scolastico

  • 11-07-2018
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La rivista accademica che si occupa di personalità e differenze individuali riporta uno studio che ha analizzato le variabili che intervengono nel rendimento scolastico di studenti universitari confermando il ruolo fondamentale delle capacità di problem solving per ottenere migliori risultati scolastici.

    Cos’è il Problem Solving?

    Con l’espressione “problem solving” ci riferiamo ad un insieme di tecniche e metodologie necessarie all’analisi di una situazione problematica per individuare e mettere in atto la migliore soluzione.

     

    Un modello longitudinale prospettico è stato utilizzato per esaminare le relazioni predittive tra le capacità di problem solving percepite, lo stress, la salute, la motivazione e le prestazioni in un campione di studenti universitari durante i loro tre anni di università.

    I risultati dimostrano che gli studenti con maggiori capacità di problem solving ottengono un migliore adattamento psicosociale nell’università e riportano livelli di stress percepito più bassi. Le abilità di problem solving sono correlate positivamente anche con la motivazione negli studi e le performances accademiche.

    Inoltre, lo studio mette in luce, nello specifico anche il ruolo delle capacità di problem solving sociale, ovvero, l’applicazione delle tecniche di risoluzione a situazioni problematiche interpersonali.

     

    Come si allena il Problem Solving?

    Risulta dunque chiaro che per incrementare l’andamento scolastico è importante agire dalle fondamenta, ma come potenziare il problem solving?

    Attraverso l’acquisizione e il padroneggiamento delle tecniche. Grazie ad esercizi pratici, la Scuola di Potenziamento Emotivo interviene proprio su questo, mirando all’applicazione del problem solving in diversi contesti: scolastico, sociale e lavorativo.

    Facciamo di seguito un esempio.

    1. Preparazione: prendere 3 rotoli di cartone (es. carta igienica) e piccoli materiali secchi (es. fagioli, pasta, ceci). Metteteli all’interno e chiudete le estremità
    2. Materiale da dare: tutto il materiale usato e anche dei materiali secchi in più.
    3. Problem Solving: il compito è indovinare cosa c’è dentro ai rotoli.  Le regole: 1) non si possono aprire i rotoli 2) non si possono far domande a chi ha creato i rotoli

     

     
     
     

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    Bibliografia:

    Sarah R. Baker, “Personality and Individual Differences” Journal, Volume 35, Issue 3, August
    2003, Pages 569-591

    Articolo scritto da Arianna Diotallevi

    
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