Comunicazione non verbale nelle elementari
- 23-01-2015
- Amministratore
Gli insegnanti spesso si lamentano della disciplina, della mancanza di attenzione e motivazione e di diversi altri problemi, molti dei quali portano a una rottura della comunicazione tra insegnante e studenti o tra gli stessi studenti.
E’ ben noto che “il parlare” rappresenta solo una parte della comunicazione, ma gli insegnanti spesso dimenticano o sottovalutano l’importanza della comunicazione non verbale per il proprio rendimento e per il rendimento dei loro studenti (Ledbury et al. 2004). La maggior parte della comunicazione interpersonale è costituita dalla comunicazione non verbale; i volti delle persone rivelano emozioni e segnalano ciò che conta davvero per loro (Santrock, 2001).
Due potenti strumenti della comunicazione non verbale sono il contatto oculare e le espressioni facciali, eppure la maggior parte del tempo in classe è speso con gli occhi ben fissi sul libro, sulla lavagna luminosa, alla finestra o che vagano a caso intorno all’ambiente di insegnamento e di apprendimento.
Contatto oculare: attraverso il contatto oculare utilizzato adeguatamente si educa il bambino all’ascolto, si riesce ad incoraggiarlo alla collaborazione, si educa al rispetto dei turni del parlato e alla relazione sociale (Snyder, 1998; Gower e Walters 1983). Inoltre un insegnante che tende a non guarda a sufficienze negli occhi gli alunni sembra mancare di fiducia e trasmette un senso di insicurezza (Gower e Walters, 1983).
Espressioni facciali: La comunicazione non verbale è anche utilizzata per verificare che gli studenti comprendano, le espressioni perplesse dicono rapidamente all’insegnante che cosa deve essere modificato o ripetuto.
Questo studio sulla comunicazione non verbale ha adottato un metodo di ricerca qualitativa ed i partecipanti allo studio sono stati 67 studenti universitari del terzo anno. Gli studenti dovevano scrivere una relazione sui “momenti critici di riflessione” (Amulya, 2004) su qualunque episodio che ritenessero utile e critico, aggiungendo le proprie motivazioni a riguardo, una volta alla settimana subito dopo le lezioni per due mesi all’inizio dell’anno accademico 2008-09. A questo scopo sono stati forniti di un ”registro elettronico dei momenti significativi” per segnalare gli eventi e spedire via e-mail le proprie riflessioni al docente del corso interessato entro due giorni dall’ultima lezione.
Anche se la letteratura indica che la comunicazione non verbale è in gran parte utilizzata per avere il controllo e mantenere il silenzio a livello di scuola secondaria, nessuno degli studenti universitari ha indicato questo aspetto. Il modo in cui gli studenti universitari hanno interpretato la comunicazione non verbale tramite occhi, mimica e gesti è diverso: percepivano piuttosto il contatto visivo come fonte di motivazione, concentrazione, entusiasmo e come uno strumento per attrarre e mantenere l’attenzione.
La maggior parte degli studenti ha indicato l’ aumento della propria motivazione come il risultato del contatto oculare, della mimica e dei gesti del professore che li faceva sentire a proprio agio, sicuri e importanti. La comunicazione non verbale dell’insegnante creava un’atmosfera confortevole e rilassante e questo permetteva loro di avere più fiducia in sé stessi, con la conseguenza di un aumento di partecipazione e di collaborazione durante la lezione. Quando gli studenti partecipavano alla lezione erano più propensi a fare domande e ciò aumentava anche la comprensione degli argomenti.
In conclusione gli insegnanti sono invitati ad essere più consapevoli dell’importanza della comunicazione non verbale e dell’auspicabile uso consapevole di questo strumento a favore degli studenti per creare un ambiente più confortevole, fiducioso e motivante in classe.
(Tratto dalla rivista scientifica Procedia Social and Behavioral Sciences, 2009 by Canan P. Zeki – Eastern Mediterranean University, Faculty of Education, North Cyprus)