L’afasia rende le persone più brave a scoprire le menzogne?

  • 26-05-2019
  • Amministratore

Scritto da Giorgio Murello

Le persone sane solitamente quando vogliono scoprire una menzogna dal comportamento non verbale hanno una probabilità di base di scoprirla pari a quella del lancio di una moneta.

In un articolo pubblicato su Nature da NL Etcoff P Ekman. et. al (2000) si sono chiesti se delle persone che soffrissero di afasia fossero più brave delle persone sane a desumere le menzogne dal comportamento non verbale.

Nel loro studio hanno reclutato dei volontari tra cui pazienti con afasia in seguito ad un danno all’emisfero sinistro, pazienti con un danno all’emisfero destro, gruppo di controllo e un altro gruppo di controllo formato da degli studenti universitari.

I partecipanti all’esperimento dovevano visionare dei filmati in cui ognuno dei dieci attori veniva mostrato per due volte. In una situazione l’attore cercava di nascondere forti emozioni negative, mentre nell’altra situazione l’attore mostrava apertamente le emozioni che provava. I video venivano mostrati in maniera casuale, gli stimoli sono stati revisionati attentamente e dalle misurazioni del comportamento non verbale si è visto che la condizione di menzogna e di verità differivano solo per sottili espressioni facciali e cambi di frequenza nella voce.

I risultati dell’esperimento sono sorprendenti perché è raro trovare che dei pazienti neurologici facciano meglio dei sani in un qualsiasi compito. I soggetti afasici avevano una media di risposte corrette nettamente superiore in un confronto appaiato con i pazienti emisferici destri, i controlli e gli studenti universitari (F2,26=4.33, P<0.03).

Inoltre gli sperimentatori hanno confrontato i pazienti emisferici sinistri singolarmente con ogni altro gruppo ed hanno trovato che non solo in media, ma anche singolarmente ogni gruppo aveva una prestazione inferiore rispetto al gruppo dei pazienti afasici (F1,26=12.95, P<0.002).

Oltretutto gli sperimentatori nell’analisi dei dati si sono resi conto che confrontando le medie di ogni gruppo solamente i pazienti afasici avevano una prestazione superiore al caso (F=9.00, P<0.02).

Analizzando le prestazioni tra i gruppi gli sperimentatori hanno analizzato il modo in cui differiva la prestazione dei gruppi nel momento in cui i segnali di menzogna erano nelle espressioni facciali, nella frequenza della voce o in entrambe. I pazienti afasici avevano una buona prestazione nella condizione in cui il segnale era nell’espressione facciale ma, la loro prestazione peggiorava molto quando il segnale era nella frequenza vocale. I ricercatori sostengono che questi risultati non provano che i soggetti afasici siano più bravi nello scoprire le menzogne, tuttavia apre uno spiraglio sul fatto che questo miglioramento nella capacità di leggere il comportamento non verbale possa essere a tutti gli effetti un utile strategia compensativa messa in atto dai pazienti afasici per sopperire ai deficit di comprensione linguistica.

Personalmente spero che questo studio possa aprire il campo a nuovi spunti per la ricerca nella riabilitazione neuropsicologica dei pazienti afasici in modo che in futuro non si preveda la semplice rieducazione all’uso del linguaggio ma che si possa sfruttare queste strategie compensative dei pazienti per migliorare gli esercizi di riabilitazione già esistenti.

Bibliografia: NL Etcoff, P Ekman, JJ Magee, MG Frank Nature 405, 139 2000


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