LA STORIA DELLA LETTURA DELLA MIMICA FACCIALE

  • 20-05-2018
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Corso sull’analisi delle espresulle tecniche e motodi di lettura delle espressioni facciali

L’origine dello studio dell’analisi della mimica facciale possiamo ritrovare nell’arte dell’antica Grecia, in Sicilia. La leggenda vuole che nel V secolo avanti Cristo Sofróne di Siracusa (470 a. C. – 400 a. C.) viene considerato come il creatore del mimo teatrale, dal greco mimeisthai, cioè imitare. Se da un lato studia la mimica facciale l’arte dall’altro ci sono i lavori biologici, ed ecco allora il padre della medicina Ippocrate di Kos (460 a. C. – 377 a. C.) che è stato il primo a formulare una teoria delle emozioni detta “Teoria umorale” .

Nasce la lettura della mimica facciale, cioè l’azione muscolare che provoca i mutamenti del volto.  Anche se, per avere un quadro più specifico, bisogna attendere Claudio Galeno di Pergamo (129 – 199/216) il precursore dello studio dell’anatomia, del volto umano e dei suoi muscoli e quindi dell’espressione emozionale.

 

 

Un passo decisivo per l’analisi della mimica facciale lo compie Leonardo da Vinci (1452-1519), con i suoi studi di anatomia, i suoi disegni e il Trattato della pittura – De’ vari accidenti e movimenti dell’uomo e proporzione di membra.

 

 

 

Se invece si vuole dare una data d’inizio allo studio moderno dobbiamo sicuramente indicare il 1862, quando il neurologo francese Guillaume Benjamin Amand Duchenne pubblica il volume Méchanisme de la physionomie humaine. Si tratta del primo testo scientifico sulla mimica facciale contenente i risultati delle ricerche di neurofisiologia dell’emozione, corredato da una ricca raccolta di foto, che divennero anche un punto di partenza per l’applicazione della fotografia in questo campo scientifico.

L’altra data storicamente fondante per la mimica facciale è quella del 1872 quando Charles Darwin scrive L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli altri animali.

 

Darwin dimostra che le raffigurazioni facciali delle emozioni nell’uomo, come in altri mammiferi, sono innate, sono un prodotto dell’evoluzione. Le espressioni che denotano ad esempio gioia, paura o rabbia, sono universali, le stesse in uomini di diversa etnia, cultura o civiltà.

Nel 900’ alcuni studiosi iniziano a elaborare studi con la metodologia scientifica contemporanea. Così nel 1970 si trova il punto d’arrivo degli studi anatomici in relazione al movimento facciale, Man’s Face and Mimic Language di  Carl-Herman Hjortsjö. Si tratta del primo completo sistema di descrizione, detta anche codifica, della mimica facciale. Contiene anche la classificazione dei movimenti inerenti a 8 emozioni.

La scoperta scientifica è frutto del lavoro di molti e della capacità finale di sintesi o del mettere l’ultimo tassello di un unico che si trova nel luogo giusto al momento giusto. Nel 1978 Ekman pubblica il Facial Action Coding System che presenta molte similitudini al sistema di Hjortsjö.

 

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