INSEGNARE AI BAMBINI AUTISTICI LE EMOZIONI DI BASE

  • 17-11-2014
  • Amministratore

 

I bambini con disturbi dello spettro autistico (DSA) mostrano dei deficit nella capacità di interpretare i propri stati emotivi e gli stati emotivi degli altri (Baron-Cohen et al. 1985).
Una serie di ricerche ha evidenziato che i bambini con DSA sono meno capaci, rispetto ai loro coetanei senza DSA, di riconoscere le reazioni emotive in determinate situazioni (Downs e Smith 2004).
Il presente studio si propone di far partecipare alcuni bambini con diagnosi di DSA ad un corso intensivo sul comportamento emozionale. Hanno partecipato al corso sul comportamento emozionale, tenuto presso il proprio domicilio utilizzando le tecniche dell’Applied Behaviour Analysis (ABA) secondo il modello UCLA (Lovaas et al. 1981), tre bambini di 5 anni, di sesso maschile, rientranti nei criteri diagnostici del DSM-IV. Tutti e tre i bambini hanno lavorato individualmente con i loro tutor ABA, addestrati a casa per 40 ore a settimana in una stanza tranquilla libera da possibili distrazioni.
Gli interventi del corso sul comportamento emozionale intensivo toccavano più settori: capacità di auto-aiuto, comunicazione, giocare con un giocattolo, riconoscere le emozioni in determinate situazioni. Il riconoscimento delle emozioni non ha potuto essere affrontato con uno dei partecipanti.
Per tutti i partecipanti le sessioni del corso sul comportamento emozionale si sono verificate 10 volte al giorno per 6 giorni a settimana in diversi momenti. Ogni sessione conteneva 12 videostorie con stimoli educativi ed il compito consisteva in un’unica prova per ogni videostoria.
La durata media delle videostorie era di 11 secondi e coinvolgeva dei personaggi familiari al bambino (ad esempio Shrek). L’istruttore che gestiva il corso sul comportamento emozionale presentava il primo video, poi lo fermava per ascoltare la risposta del bambino (che doveva essere prodotta entro 5 secondi) alla domanda: ”Come si sente [nome del personaggio] quando [descrizione della situazione]?”. Il rinforzo (ad esempio, la lode) era fornito, in media, ogni tre prove per l’attenzione dimostrata, ad esempio guardando gli stimoli e l’istruttore, ed il comportamento da seduto, ma non veniva fornito alcun feedback sulle prestazioni.
Il corso sul comportamento emozionale, nello specifico quello sulle emozioni base, ha coinvolto dodici diverse videostorie (per un totale di 48 storie) per ciascuno dei quattro tipi di emozione base utilizzato (gioia, tristezza, rabbia, e paura). Ciò che il bambino faceva o diceva entro 3 secondi dalla domanda che gli veniva posta veniva registrato (le non risposte sono state definite come una mancata risposta). Una volta che il bambino identificava con successo la prima emozione ( ad esempio tristezza) attraverso tutti gli elementi di stimolo proposti durante il corso sul comportamento emozionale, veniva introdotta la seconda emozione (ad esempio gioia) con la stessa procedura sopra descritta e ripetuta fino a quando il bambino non dava la risposta corretta senza aiuti e, successivamente, l’identificazione dell’emozione veniva alternata in modo casuale nelle videostorie precedentemente imparate con la prima emozione base fino a quando la risposta corretta era pari o superiore all’80% in due sessioni consecutive.
Dopo che il bambino aveva imparato a discriminare correttamente gli stimoli delle due emozioni base, durante il corso sul comportamento emozionale, veniva introdotta una terza emozione base (ad esempio, la paura). Una volta che il bambino identificava con successo la terza emozione, questa veniva presentata in modo casuale assieme alle due emozioni precedentemente introdotte (ad esempio, felice e triste) e il bambino doveva identificare correttamente ciascuna delle tre emozioni (ad esempio, felice, triste, e paura) per tutti gli elementi di stimolo con una riuscita dell’80% o superiore in due sessioni consecutive.
Quando, durante il corso sul comportamento emozionale, veniva raggiunto questo obiettivo, veniva introdotta la quarta emozione (ad esempio, rabbia) sempre con una procedura di prove mescolate, fino a quando il bambino emetteva una risposta corretta senza aiuti.
Il corso sul comportamento emozionale prevedeva sessioni di 6-14 prove, in cui ogni prova durava circa 15 secondi ed il numero di sedute variava da 6 a 10 ogni giorno.
I risultati di questo studio hanno verificato che, tramite un corso sul comportamento emozionale, ai bambini con DSA può essere insegnato come estrapolare le emozioni che poi possono essere generalizzate su altri elementi di stimolo a cui non sono addestrati. Fornendo così la prima dimostrazione che i bambini con DSA possono imparare, con un corso sul comportamento emozionale, ad etichettare le situazioni in cui sono presenti emozioni utilizzando un intervento multicomponente (istruzione di prova discreta, rapida, correzione degli errori e rinforzo). La questione presa in esame nel presente studio riguardava lo sviluppo di una tecnica che permettesse ai bambini con DSA di riconoscere ed etichettare, in situazioni specifiche, emozioni e/o sentimenti (Baron-Cohen et al. 1985).
La procedura del corso sul comportamento emozionale potrebbe essere considerata come una forma di discriminazione condizionale in cui il contesto agisce come esempio in presenza di particolari risposte che vengono rinforzate (Epstein 2009). La capacità dei bambini con DSA di generalizzare con successo questa abilità, durante il corso sul comportamento emozionale, sugli stimoli per cui non erano stati addestrati dà un’idea della loro capacità di trasferire le informazioni di riferimento, incastonandole in situazioni a loro non familiari.
Lo studio qui esposto presenta però due limiti: in primo luogo solo tre bambini hanno partecipato al corso sul comportamento emozionale, il che limita la generalizzabilità dei risultati; in secondo luogo lo studio è stato condotto su bambini con DSA che avevano ricevuto un’istruzione intensiva per ogni singola prova. Pertanto, non è chiaro se i risultati sarebbero ugualmente generalizzabili con bambini con una diagnosi diversa o con storie diverse di apprendimento.

Inoltre servirebbe una ricerca futura che durante il corso sul comportamento emozionale impiegasse esperimenti “dal vivo” piuttosto che tramite videoscenari, poiché potrebbero avere una maggiore validità. Nonostante questi punti deboli, nello studio viene delineato un metodo utile per insegnare ai bambini con DSA ad estrapolare le emozioni.

(Tratto dalla rivista scientifica Journal of Autism & Developmental Disorders, 2011 by Louise McHugh, Alina Bobarnac, Phil Reed)

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