INDIVIDUARE LE BUGIE: GLI ESSERI UMANI POSSONO FARE MEGLIO?
- 28-11-2014
- Amministratore
Sebbene il cinismo possa sembrare esagerato, il dato empirico è che in genere le persone credono alla maggior parte di ciò che vien loro detto. L’autrice dell’articolo, per determinare se le persone siano in grado di distinguere le verità dalle bugie, parla delle videoregistrazioni di individui che mentono o dicono la verità presentate in alcuni esperimenti. A volte le persone riprese parlano dei propri sentimenti nei confronti di conoscenti; altre volte, i soggetti descrivono le loro opinioni su questioni controverse; in altri studi ancora parlano ad un artista delle loro preferenze riguardo a vari dipinti. Quando questi nastri vengono mostrati a dei “giudici”, viene loro chiesto, di volta in volta, se pensano che la persona stia dicendo bugie o la verità. Viene anche chiesto loro di indicare, su scale di valutazione, quanto ingannevole o veritiero sembra essere il soggetto.
In genere i nastri che vengono realizzati per chi deve giudicare presentano un numero uguale di verità e bugie. Eppure, quando questi “giudici” guardano o ascoltano i nastri pensano quasi sempre che i messaggi veritieri siano molto più numerosi di quelli mendaci; allo stesso modo, i giudici in genere ritengono che i soggetti si sentano davvero nel modo in cui affermano di sentirsi.
Carol Toris e Bella M. DePaulo hanno realizzato un semplice studio con l’obiettivo di capire se le persone rileverebbero meglio le bugie qualora fossero avvertite della possibilità di essere ingannate. Gli intervistatori avvertiti sono effettivamente diventati meno fiduciosi: pensavano che i soggetti fossero generalmente più ingannevoli rispetto a chi non era stato avvertito, ma comunque non aumentava la loro precisione nel distinguere i bugiardi dagli intervistati che dicevano la verità.
Distinguere le verità dalle bugie può richiedere una certa conoscenza o sensibilità circa i modi in cui le bugie differiscono dalla verità, e forse questo tipo di comprensione è il risultato di una lunga pratica nel cercare di individuare l’inganno.
Roger Pfeifer e Bella M. DePaulo hanno studiato le capacità di rilevamento delle bugie negli agenti federali che avevano lavorato per anni su casi che prevedevano abitualmente dei tentativi di rilevare l’inganno. Questi agenti e alcuni studenti universitari che non avevano altrettanta esperienza o formazione hanno ascoltato le stesse audiocassette incise da altri studenti che stavano dicendo bugie o la verità riguardo a questioni controverse. Attraverso questo test di 32 bugie e 32 verità, i ricercatori hanno rilevato che gli agenti non erano più accurati degli studenti nel discriminare l’inganno.
Intuitivamente potrebbe sembrare che il modo migliore per insegnare a rilevare l’inganno è quello di istruire sulle tipologie di comportamenti che le persone mettono in atto quando mentono. Questo approccio presuppone che ci siano differenze note tra l’espressione della verità e della bugia, e in effetti ci sono, ma non si tratta di un’analisi semplice da realizzare. Le meta-analisi di numerosi studi riportati in letteratura sui segnali dell’inganno indicano che quando le persone mentono sbattono di più le palpebre, hanno pupille più dilatate e mostrano più adattatori (gesti di auto-manipolazione, come sfregamento o graffi) di quanto non facciano quando dicono la verità. Danno anche risposte brevi che sono più negative, più irrilevanti, più generalizzate e parlano in un tono di voce più alto.
Anche se le persone che sono in procinto di dire una bugia prendono più tempo per pianificare quello che stanno per dire di quanto non facciano le persone che sono in procinto di dire la verità, le dichiarazioni risultanti tendono ad essere più internamente discrepanti e più segnate da esitazioni, ripetizioni, errori grammaticali, lapsus e altre difficoltà nel linguaggio. Le bugie sembrano recitate e prive di spontaneità.
Però alcuni segnali dell’inganno variano con lo stato emotivo: il bugiardo che si sente in colpa per una grave offesa, per esempio, probabilmente mentirà in modi diversi rispetto ad un amico che cerca di nascondere una festa di compleanno a sorpresa.
Inoltre, tutti questi segnali sono associati con l’inganno solo probabilisticamente: non c’è nessun elemento che indica sempre che una persona sta dicendo bugie, in quanto ogni segnale che è associato all’inganno è anche associato con altri stati psicologici e quindi per determinare quando una persona dice bugie è importante conoscere i modi usuali di comportarsi di quella persona. Per esempio, un discorso esitante e non fluido può essere un segno di inganno, ma ci sono persone che parlano normalmente in quel modo.
Infine, alcune persone possono essere così abili a mentire che è praticamente impossibile per chiunque distinguere le bugie dalla loro verità.
(Tratto dalla rivista American Psychological Society, 1994 by Bella M. DePaulo University of Virginia)