IL COMPORTAMENTO NON VERBALE DEI BAMBINI CHE RIVELANO O NON RIVELANO GLI ABUSI SUBITI DURANTE I COLLOQUI INVESTIGATIVI.
- 06-02-2015
- Amministratore
La difficoltà nella rivelazione di abusi di bambini vittime è nota. L’obiettivo dello studio di Carmit Katz e coll. è stato quello di esaminare il comportamento non verbale bambini durante l’intervista che verteva sull’abuso.
Cosa si può capire dai risultati dello studio
1) se c’è uno specifico comportamento non verbale nelle fasi prima del colloquio dei bambini che riveleranno o meno l’abuso
2) le differenze del comportamento non verbale dei bambini nel corso del colloquio.
Come è stato svolto l’esperimento
Sono state esaminate 40 videoregistrazioni di colloqui di bambini vittime di abusi: 15 bambine e 25 bambini di età compresa tra 3,1 e 13,5 anni (Media età = 8,6 anni).
I bambini sono stati intervistati in base a sospetti di abusi sessuali (n = 14) o di abusi fisici (n = 26). I presunti responsabili erano sia figure genitoriali (n = 26) che non-genitoriali (n = 14). La metà dei bambini hanno divulgato gli abusi e l’altra metà li ha negati.
I risultati dello studio
1) I comportamenti non verbali negativi di stress e disimpegno fisico aumentano in tutte le fasi, rafforzandosi nella lunghezza delle interviste, mentre l’esposizione delle emozioni positive diminuisce.
2) Durante la parte pre-sostanziale del colloquio il disimpegno fisico era più diffuso tra chi non rivelava l’abuso.
È importante sottolineare che questa differenza tra chi avrebbe rivelato l’abuso e chi non sono predittivi nella fase sostanziale delle interviste.
3) i segni di disimpegno fisico precedenti ai colloqui investigativi sono stati associati in seguito con la non rivelazione e questi segnali del comportamento non verbale di disimpegno possono consentire l’individuazione precoce della riluttanza a impegnarsi, segnalando agli intervistatori la necessità di ritardare la discussione degli esiti sostanziali fino a quando non è stato stabilito definitivamente un rapporto col bambino.
Questo studio è stato il primo ad esaminare il comportamento non verbale di chi rivela o non rivela un abuso in un contesto legale e alcuni limiti metodologici devono essere riconosciuti, perché ricerche precedenti non hanno individuato segnali non verbali connessi con la rivelazione di abuso e quindi gli indici sono stati creati su una base concettuale; inoltre il valore predittivo del comportamento non verbale è stato limitato, il che suggerisce che il grado di informazione ricavabile dal primo disimpegno fisico era minore di quanto i ricercatori avevano sperato, mentre le altre dimensioni del comportamento non verbale non avevano alcun valore predittivo.
Nonostante queste limitazioni, si è scoperto che i segni di disimpegno fisico precedenti ai colloqui investigativi sono stati associati in seguito con la non rivelazione e questi segnali del comportamento non verbale di disimpegno possono consentire l’individuazione precoce della riluttanza a impegnarsi, segnalando agli intervistatori la necessità di ritardare la discussione degli esiti sostanziali fino a quando non è stato stabilito definitivamente un rapporto col bambino.
Naturalmente per valutare i bambini durante i colloqui investigativi non deve essere utilizzato solo il comportamento non verbale, tuttavia i segnali non verbali possono fornire ulteriori informazioni agli intervistatori ed aiutarli ad identificare i bambini riluttanti.
(Tratto da Non-Verbal Behavior of Children Who Disclose or Do Not Disclose Child Abuse in Investigative Interviews Child Abuse & Neglect, 2012, by Carmit Katz, Irit Hershkowitz, Lindsay C. Malloy, Michael E. Lamb, Armita Atabaki, Sabine Spindler)
Tutte le interviste sono state condotte in ebraico da 6 giovani ricercatori addestrati (1 maschi e 5 femmine)(Sternberg, Lamb, e Hershkowitz 1996), che avevano un background professionale simile, con lauree in Servizi Sociali e almeno 2 anni di esperienza lavorativa nel Israeli Youth Investigative Service. Tutte le indagini costituivano le prime interviste forensi per i bambini e sono state condotte con il NICHD Investigative Interview Protocol (Lamb et al, 2008;. Orbach et al., 2000) nel 2002 (n = 7), nel 2003 (n = 5), nel 2005 (n = 2), nel 2006 (n = 18) e nel 2007 (n = 8). La lunghezza delle interviste variava da 5 a 45 minuti, con una media di 12 minuti (M = 12.33).
Questo studio sul comportamento non verbale dei bambini durante le interviste investigative su sospetti abusi ha confermato importanti intuizioni sul grado di informazione ricavabile dal comportamento non verbale dei bambini. Come previsto, i comportamenti non verbali negativi (stress e disimpegno fisico) sono diventati sempre più importanti durante il progredire delle interviste, mentre l’esposizione delle emozioni positive è diminuita. Durante la parte pre-sostanziale del colloquio il disimpegno fisico era più diffuso tra chi non rivelava l’abuso.
È importante sottolineare che, come previsto, questa differenza nel comportamento non verbale tra chi non rivelava e chi rivelava prediceva o meno se i bambini avrebbero dichiarato gli abusi nella fase sostanziale delle interviste.
Questo studio è stato il primo ad esaminare il comportamento non verbale di chi rivela o non rivela un abuso in un contesto legale e alcuni limiti metodologici devono essere riconosciuti, perché ricerche precedenti non hanno individuato segnali non verbali connessi con la rivelazione di abuso e quindi gli indici sono stati creati su una base concettuale; inoltre il valore predittivo del comportamento non verbale è stato limitato, il che suggerisce che il grado di informazione ricavabile dal primo disimpegno fisico era minore di quanto i ricercatori avevano sperato, mentre le altre dimensioni del comportamento non verbale non avevano alcun valore predittivo.
Nonostante queste limitazioni, si è scoperto che i segni di disimpegno fisico precedenti ai colloqui investigativi sono stati associati in seguito con la non rivelazione e questi segnali del comportamento non verbale di disimpegno possono consentire l’individuazione precoce della riluttanza a impegnarsi, segnalando agli intervistatori la necessità di ritardare la discussione degli esiti sostanziali fino a quando non è stato stabilito definitivamente un rapporto col bambino.
Naturalmente per valutare i bambini durante i colloqui investigativi non deve essere utilizzato solo il comportamento non verbale, tuttavia i segnali non verbali possono fornire ulteriori informazioni agli intervistatori ed aiutarli ad identificare i bambini riluttanti.
(Tratto da Non-Verbal Behavior of Children Who Disclose or Do Not Disclose Child Abuse in Investigative Interviews Child Abuse & Neglect, 2012, by Carmit Katz, Irit Hershkowitz, Lindsay C. Malloy, Michael E. Lamb, Armita Atabaki, Sabine Spindler)