DURANTE LA FORMAZIONE DEI GENITORI PUO’ ESSERE INSEGNATA L’ABILITA’ DI PARLARE DELLE EMOZIONI AI BAMBINI CON PROBLEMI DI CONDOTTA?

  • 11-12-2014
  • Amministratore

I modelli di sviluppo dei comportamenti antisociali e i relativi risultati della ricerca sottolineano crescenti difficoltà dei bambini nelle competenze legate alle emozioni. Questa attenzione sul funzionamento delle emozioni nei bambini è un significativo passo avanti; infatti nonostante la diffusa visione teorica che le emozioni hanno una profonda influenza sulla cognizione umana, sulla percezione e sull’azione, vi è stata, fino a poco tempo fa, una scarsa considerazione del loro ruolo nello sviluppo della psicopatologia e nell’intervento su di essa. In età prescolare una componente chiave della competenza emotiva nei bambini è la comprensione delle emozioni o la conoscenza delle emozioni, sostenuta, a sua volta, dalla crescita della loro competenza linguistica. A 3 o 4 anni di età la maggior parte dei bambini comincia a padroneggiare aspetti importanti della conoscenza delle emozioni tra cui il riconoscimento, l’etichettatura, la comunicazione delle emozioni chiave (la propria e quelle altrui) e la congruenza tra queste conoscenze e particolari eventi sociali. Considerando che un’adeguata conoscenza emotiva all’età di 3-4 anni prevede la competenza sociale, un improvviso impoverimento della comprensione è associato a problemi di comportamento. I bambini in età prescolare che hanno una conoscenza limitata delle emozioni sono più propensi a impegnarsi in comportamenti rabbiosi e aggressivi, con la conseguenza, nei loro primi anni di scuola, di essere respinti dai loro coetanei.
Quali sono i fattori ambientali che determinano lo sviluppo della conoscenza delle emozioni e che sono, quindi, rilevanti per gli interventi clinici? Le interazioni basate sul linguaggio di tutti i giorni tra genitori e figli giocano un ruolo fondamentale; quando le madri parlano spesso di emozioni anche i loro figli ne parlano di più e sviluppano un linguaggio e una conoscenza emotiva più sofisticata. Il significato di parlare delle emozioni in famiglia, per lo sviluppo delle competenze emotive nei bambini, mette in evidenza la potenziale importanza di formare i genitori nell’impegnarsi in conversazioni elaborate e ricche di emozioni con i loro bambini.
Le famiglie che hanno partecipato a questo studio sono state reclutate attraverso annunci sui giornali che, tra giugno del 2005 e giugno del 2006, offrivano questo intervento per i genitori e bambini con problemi di condotta.
38 diadi madre-bambino hanno seguito il trattamento, il 21,1% (8 bambini) manifestava un problema di condotta di lieve-moderata gravità e per il 79,9% (30 bambini) il livello è stato segnato come molto grave; l’età dei bambini andava dai 3 agli 8 anni. Le valutazioni e gli interventi sono stati condotti da sette psicologi clinici e psicologi in formazione che avevano almeno 1 anno esperienza con supervisione.

I risultati di questo studio forniscono un primo passo importante per dimostrare le potenzialità degli interventi legati a problemi di comportamento e anche la possibilità di indirizzare correttamente il funzionamento sociale e quello legato alle emozioni dei bambini.
Infatti le valutazioni effettuate prima e dopo l’intervento hanno rivelato che i problemi di condotta sono stati ridotti in tutti i bambini e che i genitori nella condizione sperimentale hanno aumentato il numero di enunciati articolati sulle emozioni quando i ricordi riguardavano i loro figli e bambini hanno fatto lo stesso.
Nonostante i limiti legati alla modesta dimensione del campione, del breve follow-up e di un tasso relativamente alto di abbandono, questi risultati suggeriscono che, oltre al PMT (Parent Management Training), i genitori di bambini con problemi di comportamento possono essere addestrati ad impegnarsi in una discussione ricca di emozioni su comuni esperienze passate, con implicazioni positive per lo stile e il contenuto della conversazione del bambino.

(Tratto dalla rivista scientifica Child Psychiatry & Human Development, 2009 by Karen Salmon, Mark R. Dadds, Jennifer Allen, David J. Hawes)


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