Applicazione della PNL all’analisi del comportamento emozionale

  • 09-04-2015
  • Amministratore

SCRITTO DA Luca Biotti     https://about.me/lucabiotti

La Programmazione Neuro Linguistica è una disciplina nata negli anni ’70 ad opera di Richard Bandler (programmatore di computer) e John Grinder (linguista), con lo scopo di descrivere lo studio della struttura dell’esperienza soggettiva, in modo da poterla poi replicare nei più contesti più vari.

Oggi ciò ha permesso ad ogni individuo di ottenere gli stessi risultati eccellenti raggiunti dai migliori esponenti nelle varie discipline (sport, business, arti espressive, etc.) replicandone i modelli operativi.

Alcune tecniche di questa disciplina possono essere applicate con successo all’analisi del comportamento emozionale, al fine di integrarla con elementi inerenti l’uso del linguaggio e delle strategie che portano alla attribuzione del significato ai singoli eventi da parte della persona.

Vediamo più in dettaglio come si sviluppa questo tipo di analisi.

Ogni persona costruisce una individuale rappresentazione della realtà (mappa) sulla base del proprio vissuto; questo schema del territorio, che è in continuo sviluppo e aggiornamento, viene utilizzato per attribuire il significato ai singoli eventi.

Programmazione: il focus è sul processo di elaborazione della informazione, non sul contenuto del singolo evento.

Neuro: a livello cerebrale avviene la trasduzione degli stimoli provenienti dai cinque sensi in informazioni neurochimiche (esperienza primaria).

Linguistica:  il linguaggio si compone di una struttura superficiale (fonetica) e di una struttura profonda (semantica) e risulta essere una fase successiva di elaborazione della informazione (esperienza secondaria) a livello cognitivo.

[per approfondimenti – Noam Chomsky, Transformational grammar]

 

A livello cerebrale, tramite processi di cancellazione, generalizzazione e distorsione avviene poi quella che è la fase di attribuzione del significato alla frase tramite la trasformazione delle parole in etichette linguistiche, cioè filtri che richiamano una esperienza.

Da qui, l’importanza di prestare estrema attenzione all’eloquio dell’intervistato, in modo da capire quali sono le parole chiave utilizzate per descrivere la propria esperienza e poterle riutilizzare per approfondire ulteriormente il livello di dettaglio della nostra analisi, tramite la strutturazione di una serie di domande progettate ad hoc.

Avete mai notato che dopo una congiunzione avversativa (ma, però, bensì, etc.), segue sempre una condizione limitante ?

Un utile strumento che può essere utilizzato a questo scopo è il Meta-modello di analisi del linguaggio.

[per approfondimenti – Richard Bandler, The structure of magic vol.1]

 Un secondo aspetto di interesse, che può anch’esso essere estratto dalla linguistica, riguarda le preferenze del nostro interlocutore, che lo porteranno a tenere un certo tipo di comportamento, piuttosto che un altro,  in un determinato contesto. E’ quindi possibile prevedere entro certi limiti quale sarà il comportamento di una persona in una situazione futura sulla base di come descrive le esperienze passate, esaminando quelle che sono le modalità di espressione delle proprie preferenze individuali.

Durante una negoziazione, preferireste affidarvi ad una persona che vada verso una soluzione condivisa,  o ad una persona che invece cerca di andare via da qualunque forma di ricatto ?

Lo strumento che può essere utilizzato in questo ambito sono i Meta-programmi o schemi comportamentali, che trovano larga applicazione in attività di selezione del personale.

[per approfondimenti – Shelle Rose Charvet, Words that change minds]

Un terzo ed ultimo argomento che ci capita di osservare durante le interviste o nella video analisi è la prossemica e più in generale la gestione dello spazio nell’atto comunicativo.

A livello personale tendiamo ad esprimere mediante gesti quella che è l’organizzazione spaziale della nostra esperienza interiore.

Osservando con attenzione i dettagli forniti dal nostro interlocutore è possibile estrarre informazioni sulla sua rappresentazione del tempo (passato, presente e futuro),  sul gradimento di esperienze e sulla loro collocazione ,  sulla vicinanza o lontananza tra due entità o obiettivi.

Entrando in un nuovo ufficio per un colloquio di lavoro, cercate di identificare subito quale è il lato più favorevole dove sedersi, sulla base degli oggetti collocati dentro la stanza (psicogeografia) ?

Questi tre ambiti di osservazione avanzata possono essere molto utili per affinare ulteriormente le proprie doti di analisi e trovano applicazione sia nel contesto aziendale, che in quello investigativo e clinico – terapeutico.

SCRITTO DA Luca Biotti     https://about.me/lucabiotti


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