ALCOL VERSUS BEVANDE PLACEBO PER RIDURRE I SENTIMENTI DI TRISTEZZA: UNO STUDIO PILOTA.

  • 24-12-2014
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Questa ricerca sottolinea il fatto che le persone consumano alcol per gestire sentimenti di tristezza (Sitharthan, 2006) e che è comune, per i bevitori problematici, citare stati d’animo negativi come una delle ragioni principali della ricaduta (Marlatt & Gordon, 1985).
Childress, McLellan, Natale e O’Brien (1987) hanno osservato che quando sono stati indotti stati d’animo negativi (ad es. tristezza) con l’ipnosi in tossicodipendenti da oppiacei, i due terzi dei partecipanti hanno riferito un forte desiderio o sintomi di astinenza indipendentemente dal fatto che fossero presenti o meno segni di droga. Litt, Cooney, Kadden e Gaupp, (1990); Stasiewicz & Maisto (1993) hanno notato che gli stati emotivi negativi svolgono un ruolo significativo nel mantenimento del consumo di alcol. Una spiegazione comune è che gli stati affettivi negativi come la tristezza servono come stimoli condizionati (CS) per fornire la motivazione a continuare a bere (Stasiewicz & Maisto, 1993). Il modello cognitivo del consumo di droga (Tiffany, 1990) sostiene inoltre che una persona depressa potrebbe non essere in grado di mantenere la propria motivazione a resistere all’uso di droghe. Numerosi ricercatori hanno testato il ruolo degli stati d’animo negativi (per esempio la tristezza) che suscitavano l’attivazione all’assunzione di alcolici, ad esempio per verificare se l’umore negativo può servire come segnale o attivare il desiderio di bere.
Anche se queste indagini dimostrano che i sentimenti di tristezza aumentano il desiderio di bere alcolici, è ancora poco chiaro il possibile ruolo del consumo di alcol nella riduzione dello stato d’influenza negativa. Cioè il consumo di alcol in realtà riduce o elimina lo stato d’animo negativo?
Un metodo per testare il ruolo dell’alcol nel ridurre o eliminare i sentimenti di tristezza è quello di utilizzare un modello di manipolazione dell’aspettativa (Rohsenow & Marlatt, 1981). In questo modello lo sperimentatore fornisce ai partecipanti sia una bevanda alcolica che una bevanda placebo, ma poiché tutti i partecipanti sono informati del fatto che stanno bevendo
alcol, il modello di manipolazione dell’aspettativa controllerà la convinzione che uno ha o non ha di aver consumato alcol.

Lo scopo primario di questo studio è stato quello di verificare gli effetti del consumo di alcol rispetto al placebo nel ridurre i sentimenti di tristezza con un modello di manipolazione dell’aspettativa. Lo studio è stato pubblicizzato dai media locali come un’indagine che ha cercato di esplorare come l’alcol aiuti le persone a far fronte alla tristezza. I partecipanti che hanno chiesto informazioni sul programma sono stati scremati telefonicamente da un assistente di ricerca: sono stati quindi identificati 50 soggetti (23 uomini, 27 donne) adatti a partecipare allo studio. I soggetti sono stati assegnati in modo casuale ad un gruppo di consumo di alcol (AC) o ad un gruppo placebo (PG); il gruppo AC era formato da 13 uomini e 12 donne e il gruppo di PG da 10 uomini e 15 donne.
I partecipanti sono stati visti singolarmente ed i soggetti di sesso femminile erano tenuti a partecipare durante le prime 2 settimane del loro ciclo mestruale, rispettando le raccomandazioni di Jones (1974) riguardo la variazione circadiana degli effetti dell’alcol sulla performance cognitiva e gli effetti dell’ alcol durante il ciclo mestruale (Jones & Jones, 1976).
Ai partecipanti è stata somministrata la Mood Visual Analogue Scale, per ottenere una valutazione della baseline del loro stato d’animo (MOOD1, al tempo 1). L’assistente di ricerca ha utilizzato le informazioni fornite dai partecipanti sulle ultime tre occasioni durante le quali hanno provato tristezza e ha chiesto ai partecipanti di discutere di queste situazioni nel dettaglio. Questa procedura è continuata per 20 min e, al termine della discussione, i partecipanti hanno completato nuovamente la Mood Visual Analogue Scale (MOOD2, al tempo 2). A questo punto è stato offerto ai partecipanti dell’alcool o una bevanda placebo. Tutti sono stati informati che avrebbero ricevuto una dose moderata di alcol da bere che erano tenuti a consumare in 20 minuti e successivamente dovevano sedere in silenzio per altri 20 minuti per facilitare l’assorbimento dell’alcol. Passati i 20 minuti i partecipanti sono stati ancora una volta invitati a completare la Mood Visual Analogue Scale (MOOD3, al tempo 3).
Lo scopo di questo studio era di esaminare gli effetti del consumo di alcol sulla tristezza; e i risultati dimostrano che la tristezza è diminuita non solo per i partecipanti che hanno consumato alcol, ma anche per coloro che hanno ricevuto bevande placebo. Questo suggerisce che non è il consumo di alcol in sé, ma l’attesa dell’effetto dell’alcol che può ridurre la tristezza e conferma la tesi di Bandura (1999) secondo cui le aspettative cognitive svolgono un ruolo importante nel mantenimento del desiderio di bere o di altri comportamenti provocati dall’abuso di sostanze. Inoltre i partecipanti al gruppo placebo hanno riferito di sentirsi brilli proprio come il gruppo alcolico pur non avendo consumato alcol.
Fornire informazioni sul ruolo delle aspettative sull’uso dell’alcol può essere un approccio educativo-informativo utile per affrontare i problemi legati all’alcolismo.

 

 

(Tratto dalla rivista scientifica Australian Psychologist, 2009 by Gomathi Sitharthan, Thiagarajan Sitharthan & Michael James Hough)

 


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