VEDERE UN LINGUAGGIO DEL CORPO CHE ESPRIME PAURA SUPERA I DEFICIT DI ATTENZIONE NEI PAZIENTI CON NEGLECT.
- 24-02-2015
- Amministratore
La sopravvivenza dipende in qualche misura dalla capacità di rilevare segnali salienti e preparare una risposta adeguata anche quando l’attenzione è impegnata altrove; un linguaggio del corpo spaventato è un segnale saliente di pericolo imminente facilmente osservabile da lontano e che indica all’osservatore quale azione di adattamento preparare.
L’estinzione visiva è comunemente associata con il neglect spaziale unilaterale e si verifica spesso dopo un danno cerebrale focale unilaterale al lobo parietale destro (Rafal, 1994). Questo disturbo comporta una limitazione patologica nell’attenzione che favorisce lo stimolo ipsilesionale con una mancanza di direzione dell’attenzione verso lo stimolo controlesionale in situazioni competitive (Driver & Mattingley, 1998). I pazienti con l’estinzione visiva percepiscono uno stimolo in entrambi gli emispazi se presentato da solo; tuttavia quando due stimoli vengono presentati simultaneamente lo stimolo controlesionale passa inosservato ed è ”estinto” dalla propria consapevolezza.
Poiché le emozioni sono facilmente comunicate anche da segnali vocali o dal linguaggio del corpo, non è chiaro se le informazioni critiche per l’elaborazione emotiva implicita dipendano dall’estrazione di segnali espressivi provenienti da regioni chiave del viso o se si estendano anche ad altri segnali che comunicano emozioni (Adolphs et al. , 2005; Whalen et al, 2004;. Morris, Debonis, e Dolan, 2002). Le informazioni riguardanti l’emozione e una successiva azione sono spesso aspetti ugualmente importanti del linguaggio del corpo. Il linguaggio del corpo offre quindi un’opportunità unica per studiare il contributo combinato del significato emotivo e della rappresentazione dell’azione implicita nella selezione dell’attenzione e nella consapevolezza visiva.
I presenti risultati forniscono la prima prova che il linguaggio del corpo dell’emozione di paura è più presente e più spesso consapevolmente percepito del linguaggio del corpo neutro o felice.
Nuove importanti scoperte caratterizzano questo studio rispetto alle indagini precedenti: in primo luogo è stata fornita la prova iniziale che il linguaggio del corpo dell’emozione della paura riceve una priorità nella selezione dell’attenzione e aumenta la consapevolezza di stimoli controlesionali in modo automatico, simile a quello che è stato finora sostenuto solo per le espressioni facciali (Adolphs & Tranel, 2003; Dolan, 2002). A sostegno di una interpretazione in termini di salienza dell’attenzione degli stimoli è stato anche osservato che la presentazione della parte destra del linguaggio del corpo dell’emozione di paura riduce la consapevolezza della parte sinistra di corpi neutri o felici. Ciò indica che il linguaggio del corpo dell’emozione di paura può catturare l’attenzione indipendentemente dal lato di presentazione e indipendentemente dal fatto che errori d’attenzione possano favorire o svantaggiare l’elaborazione visiva.
In secondo luogo la visione passiva di immagini fisse del linguaggio del corpo dell’emozione di paura risultano in una codifica automatica delle emozioni e delle informazioni legate all’azione anche in assenza di qualsiasi intenzione di azione esplicita o di prestazione motoria, come si riflette in una maggiore attività nelle regioni del cervello dedicata alla rappresentazione dell’azione, alla pianificazione motoria e all’esecuzione, cosa che non accade nel linguaggio del corpo di gioia (de Gelder et al., 2004). Quindi i risultati completano questo punto di vista e suggeriscono che la rappresentazione dell’azione implicitamente evocata dal linguaggio del corpo dell’emozione di paura può modulare automaticamente lo spostamento dell’attenzione, indicando così una preparazione specifica e non intenzionale di agire in risposta alla vista della paura negli altri.
I presenti risultati sembrano caratterizzare l’estinzione come il sottoprodotto di due processi contingenti: in primo luogo l’analisi implicita conservata della salienza di stimoli controlesionali che modulano la sensibilità percettiva per contrastare la limitata capacità di elaborare le informazioni sensoriali in situazioni competitive; secondo una trasformazione evidente della rilevanza di stimoli ipsilesionali che influenzano il processo decisionale. Il processo residuo del linguaggio del corpo dell’emozione di paura sotto un’attenzione patologicamente limitata rende un notevole senso sia da un punto di vista anatomico che funzionale e considera direttamente i meccanismi coinvolti nella consapevolezza visiva.
Pertanto gli attuali risultati suggeriscono che le aree fronto-limbiche e visive intatte possono ancora mediare la rappresentazione emotiva e di azione relative alle informazioni veicolate dal linguaggio del corpo dell’emozione di paura nonostante i danni al lobo parietale destro. Infine i risultati sono potenzialmente importanti per le implicazioni cliniche nella riabilitazione di pazienti neurologici con deficit attentivi seguiti da lesioni parietali.
(Tratto dalla rivista scientifica Journal of Cognitive Neuroscience, 2007 by Marco Tamietto, Giuliano Geminiani, Rosanna Genero and Beatrice de Gelder)