IO HO DETTO/TU HAI DETTO: UN ESERCIZIO DI COMUNICAZIONE
- 14-11-2017
- Amministratore
IO HO DETTO/TU HAI DETTO: UN ESERCIZIO DI COMUNICAZIONE
”Io ho detto/ Tu hai detto” è una tecnica che guida la coppia attraverso una serie di esercizi di comunicazione che enfatizza il potere del comportamento non verbale e verbale.
Inizialmente, i comportamenti non verbali che una coppia utilizza per interpretare le reciproche parole vengono esclusi per ridurre le influenze esterne nell’attribuzione di significato. Questo permette alla coppia di concentrarsi sulla chiarezza del messaggio verbale.
Ulteriori passi in questa tecnica includono la ristrutturazione dei ruoli di interlocutore e ascoltatore, l’educazione sui modelli di comunicazione e l’apprendimento di una comunicazione maggiormente chiara (comunicazione sia verbale che non verbale) ed efficace anche quando gli argomenti sono emotivamente carichi.
Una componente fondamentale di un efficace counseling di coppia consiste nell’aiutare i partners a guadagnare consapevolezza dei processi che usano per comunicare tra loro (Weeks e Treat, 2001).
Mentre i partners diventano più consapevoli di come comunicano tra di loro, ottengono una migliore comprensione dei loro propri modelli di interazione; questa consapevolezza apre loro la possibilità di cambiare i loro modelli di comunicazione non verbale e verbale inefficace e, infine, di migliorare il loro rapporto.
Le coppie che hanno sviluppato modelli scorretti di comunicazione non verbale e verbale tra di loro spesso danno per scontato che l’intento del messaggio da parte del mittente e l’effetto del messaggio verso il destinatario siano identici (Weeks e Treat, 2001). In altre parole il destinatario assume che la reazione che lui o lei ha verso il messaggio di un partner è ciò che il partner vorrebbe che lui o lei provassero. Questo modello di assunzioni interne contribuisce a creare l’aspettativa in entrambi i partner sul fatto che i risultati negativi sono intenzionali quando si comunica.
Avere questa mentalità aumenta la probabilità che i partners possano interpretare negativamente gli sforzi di comunicazione non verbale e verbale dell’altro, creando un clima di sfiducia e di apprensione nella coppia (Gottman, 1999). E ‘importante affrontare apertamente queste supposizioni nelle prime fasi del processo di terapia, preparando il terreno per l’accettazione degli sforzi dei partners mentre si lavora verso la creazione di modelli di comunicazione non verbale e verbale più efficaci per la coppia (Weeks e Treat, 2001).
Affrontare questi presupposti è fondamentale per creare un ambiente terapeutico sicuro per le coppie, in particolare per coloro che potrebbero avere una propensione per i conflitti.
L’esercizio ”Io ho detto/Tu hai detto” muove la coppia attraverso un processo riflessivo di autocritica evidenziando come spesso ciò che viene detto non è quello che si vuole trasmettere, e come ciò che viene detto può non essere ciò che si intende (cioè sia la comunicazione non verbale che verbale).
Questo esercizio inizia eliminando volutamente l’uso dei comportamenti non verbali visivi nei modelli di conversazione della coppia, al fine di concentrarsi sulle componenti verbali dei messaggi. Il comportamento non verbale è la più potente forma di comunicazione, tuttavia, questi segnali sono anche la parte della catena di comunicazione che più spesso viene male interpretata o utilizzata per formare risposte agli altri con una meta-comunicazione inespressa (Watzlawick et al. 1974).
Le coppie spesso sviluppano dei modelli di comunicazione sia non verbale che verbale che trascurano il contenuto o il messaggio effettivo, e sono interpretati perlopiù in base al comportamento non verbale che gli individui stanno inviando tra di loro. Per rompere questo schema di comunicazione in componenti divise e costruire chiarezza e precisione nella restituzione sia della comunicazione non verbale che verbale, questo esercizio inizia dal livello di base relativo a cosa viene detto e viene sentito. L’esercizio aumenta poi gradualmente l’intensità emotiva e potrebbe essere paragonato alla tecnica di montare un’impalcatura.
La conversazione terapeutica inizia con una discussione sulla comunicazione, alcuni punti che sarebbe utile discutere includono:
(1) il ruolo di chi parla;
(2) il ruolo di chi ascolta;
(3) l’uso del comportamento non verbale;
(4) l’aspetto meta-comunicativo di ogni messaggio trasmesso in conversazioni che riguardano di più il messaggero rispetto al messaggio;
(5) questioni specifiche relative a modelli di comunicazione non verbale e verbale uniche di ogni coppia.
Passo 1: per prima cosa la coppia si siederà schiena contro schiena per non vedere la propria comunicazione non verbale né sentirsi parlare e riceverà un blocco per appunti, diversi fogli di carta e una serie di pastelli. Lo scopo dell’esercizio è quello di dare istruzioni chiare in modo che il disegno di chi ascolta sia il più simile possibile a quello disegnato da chi parla.
Per molte coppie, questo esercizio imposta un modo completamente diverso di comunicare con l’altro, quello cioè in cui a ciascuno è chiesto di concentrarsi su un ruolo alla volta (parlante o ascoltatore), e in cui nessuno dei due è in grado di percepire le risposte dalla comunicazione non verbale dell’altro.
Passo 2: la parte successiva dell’esercizio inizia nello stesso modo, con la coppia seduta schiena contro schiena; ognuno avrà di nuovo la possibilità di giocare il ruolo di chi parla e di chi ascolta (controllando in questo modo la comunicazione non verbale e verbale). Questa volta il compito è quello di condividere con il partner un ricordo felice o una situazione divertente per la coppia. L’ascoltatore dovrà rispondere a questa condivisione ripetendo quello che lui o lei ha detto, per poi invertire i ruoli.
Passo 3: la parte successiva di questo esercizio segue lo stesso modello, ma ora le istruzioni per chi parla sono di condividere un ricordo di coppia triste (sempre tenendo sotto controllo comportamento non verbale e verbale). Si noti che non è insolito per le coppie di confondere la tristezza con la rabbia, e quindi di condividere un ricordo arrabbiato invece di un ricordo triste. Questo può portare ad una discussione sulle differenze tra queste due emozioni, così come il rischio di condividere tristezza o al contrario di condividere rabbia.
I passaggi precedenti in questo esercizio sono stati suddivisi per guidare la coppia da un compito abbastanza innocuo, che mette in evidenza i diversi ruoli di chi parla e di chi ascolta (e quindi gestendo diversamente il comportamento non verbale e quello verbale), ai diversi modi in cui le coppie ascoltano le emozioni quando sono coinvolte nel processo.
Passo 4: il passo successivo consiste nel chiedere ai partner di avere una conversazione su qualcosa per cui ognuno può avere un punto di vista diverso. Ma l’argomento scelto non può essere riguardante qualcosa che ha creato recentemente un conflitto tra la coppia, né può essere un argomento che ha provocato rabbia o violenza verso l’altro (facendo sempre attenzione al comportamento non verbale oltre che a quello verbale).
L’esercizio inizia chiedendo a chi parla di chiarire la sua opinione su un problema. L’ascoltatore ripete quello che ha sentito dire e poi i ruoli si invertono. Il punto dell’esercizio non è quello di aumentare la tensione tra gli individui che formano la coppia, bensì di permettere a chi parla di esprimere il suo parere senza dover difendere la propria posizione.
Ogni sessione è accompagnata dallo psicologo e alla fine si discute, faccia a faccia, su quanto è emerso e sullo stato d’animo della coppia.
In conclusione, l’esercizio “Io ho detto/Tu hai detto” è un ottimo inizio per insegnare alle coppie qualcosa in più sul proprio stile di comunicazione, sul potere della comunicazione non verbale nel contesto della relazione e su come la percezione può modificare ciò che uno dice o sente. L’esercizio può anche aiutare le coppie a ridurre l’emotività nei loro conflitti.
Spesso un individuo sente o percepisce più di quanto contenga realmente un messaggio o un problema.
Questo esercizio non implica che non venga affrontata la componente emotiva della comunicazione non verbale e verbale; si tratta soltanto di un primo passo rivolto a ridurre la reattività di una coppia e ad aiutare a raggiungere piccoli successi nella comunicazione.
Quando la coppia diventa più abile ad inviare messaggi chiari e ad ascoltarsi meglio, allora sarà il momento di affrontare quei problemi emotivi sottostanti che influenzano la gestione e la risoluzione dei conflitti.
(Tratto dalla rivista scientifica Contemporary Family Therapy: An International Journal 2008 by Patricia Parr, Rebecca A. Boyle, Laura Tejada)
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