Il ruolo dell’intelligenza emotiva in compiti decisionali emotivamente difficili
- 05-07-2019
- Amministratore
L’intelligenza emotiva (EI) viene definita come la capacità di comprendere, percepire e gestire le proprie e altrui emozioni e non farsi guidare da esse.
Per comprendere e percepire le emozioni altrui è fondamentale avere conoscenza della comunicazione non verbale e di come esprimiamo le nostre emozioni attraverso le nostre espressioni facciali e i nostri movimenti del corpo.
Abbiamo già visto in precedenti articoli quanto l’intelligenza emotiva sia fondamentale per riuscire nella vita e per raggiungere i propri obiettivi. Negli ultimi tempi infatti si è abbandonata l’idea che sia l’intelligenza definita come Quoziente Intellettivo (QI) l’unica responsabile del successo.
Uno studio di Alkozei e colleghi (2016) ha voluto verificare come l’EI influenza il processo decisionale in situazioni emotivamente complesse.
Gli autori ipotizzano che una EI elevata sarebbe correlata ad un maggior utilizzo di informazioni provenienti dalla comunicazione non verbale, in particolare dei segnali facciali socialmente rilevanti, durante i processi decisionali.
I partecipanti allo studio sono sessantadue giovani di 18-45 anni che avevano il compito di effettuare uno screening di sicurezza aeroportuale durante una minaccia terroristica. Più nello specifico dovevano vedere una serie di fotografie di potenziali passeggeri (uomini e donne bianchi) e decidere quali di questi trattenere per un interrogatorio più approfondito.
Le fotografie sono state precedentemente valutate da dei giudici indipendenti per determinare una serie di tratti caratteriali (ad es. aggressività). I partecipanti hanno inoltre completato misure di Intelligenza emotiva (EI) e intelligenza cognitiva (QI) basate sia su caratteristiche auto-percepite che su capacità rilevabili dalle prestazioni.
I risultati indicano che gli individui con EI più elevata erano più propensi a detenere solo individui che nella loro comunicazione non verbale avevano maggiori tratti negativi (ad es. tratti aggressivi) e minori tratti positivi (ad es. tratti affidabili), suggerendo una maggiore acutezza nelle scelte decisionali.
Queste associazioni erano guidate principalmente dalla EI ossia dalla capacità di generare e utilizzare l’emozione per facilitare il processo decisionale e dalla capacità di comprendere i fattori che generano e modificano le emozioni.
I risultati suggeriscono che gli individui con EI più elevata erano più propensi a utilizzare le informazioni sociali disponibili ma limitate (ad esempio caratteristiche del viso) quando completavano un compito decisionale emotivo rispetto a quelli con EI inferiore.
Queste scoperte ci sottolineano l’importanza di allenare la nostra EI per riuscire a fare scelte più ponderate in contesti in cui l’emotività è alta.
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Bibliografia
Ekman, P. e Friesen, W. (1978). Facial Action Coding System: A Technique for the Measurement of Facial Movement. Consulting Psychologists Press, Palo Alto.
Hjortsjo, C. H. (1970). Man’s face and mimic language. Lund: Studentliterature.
Legisa J. (2015). Ti leggo in volto. Tecniche e metodi di analisi scientifica delle espressioni facciali. Armando Editore.
Legisa J. et al. (2015). Body Coding System. In press
Alkozei A., Schwab J. Z. & Killgore S.D.W. (2016). The Role of Emotional Intelligence During an Emotionally Difficult Decision-Making Task. Journal of Nonverbal Behavior, 40:1, pp 39-54