Come il riconoscimento della felicità nelle espressioni facciali può ridurre rabbia e comportamenti aggressivi
- 20-07-2018
- Serena Coluccia
La capacità di identificare le emozioni attraverso il riconoscimento delle espressioni facciali nelle persone con le quali ci troviamo ad interagire è fondamentale per un buon adattamento sociale e per l’integrazione con l’ambiente circostante. Molti studiosi si sono interessati di questo argomento e vi è a tal proposito una vasta letteratura con studi e riferimenti interessanti.
Thomas J. et al. (2013) hanno esplorato la relazione tra il riconoscimento di un’emozione in espressioni facciali ambigue ed eventuali comportamenti aggressivi, sia negli adulti sani che negli adolescenti a rischio di criminalità e delinquenza. Il modello di elaborazione delle informazioni sociali ci indica che gli individui aggressivi possono mostrare dei pregiudizi percettivi di carattere ostile quando interpretano il comportamento altrui. I ricercatori del presente studio hanno dimostrato, attraverso tre esperimenti, che è possibile modificare i pregiudizi nel riconoscimento delle emozioni per incoraggiare la percezione della felicità sulla rabbia, nelle espressioni ambigue. Questo cambiamento nella percezione di ciò che “si vede” si traduce in una diminuzione della rabbia e dell’aggressività sia negli adulti sani che nei giovani a rischio.
Gli autori hanno utilizzato due diverse tecniche per modificare i pregiudizi nella percezione delle emozioni : allenamento basato sul feedback e adattamento visivo. I risultati dei tre esperimenti messi a confronto in tale studio hanno dato valenza all’ipotesi che una manipolazione simmetrica sia possibile: cioè, addestrare i partecipanti a classificare i volti ambigui come arrabbiati (piuttosto che felici) può aumentare sia la rabbia che portare ad un comportamento aggressivo. I risultati suggeriscono un meccanismo che è simile ad altri meccanismi descritti in recenti modelli cognitivi sugli effetti degli antidepressivi. Harmer et al. (2009) hanno suggerito che i cambiamenti nei pregiudizi di elaborazione delle emozioni si verificano rapidamente (entro poche ore) dall’introduzione degli antidepressivi. Proponevano che questi cambiamenti consentissero il riconsolidamento cognitivo, con conseguente miglioramento dell’umore; cioè, i cambiamenti di umore sono causati da cambiamenti nella percezione emotiva, piuttosto che viceversa. Thomas J. et al. suggeriscono che un processo simile possa operare nel mantenimento di un comportamento aggressivo. Cioè, gli effetti dell’intervento che hanno testato possono essere mediati dall’instaurazione di cicli virtuosi che rafforzano positivamente il comportamento non aggressivo nell’interazione sociale quotidiana.
Per quanto riguarda il comportamento sociale nei giovani con tendenza all’aggressività i risultati sono il linea con il modello di Crick e Dodge (1994), che descrive sei passaggi che portano a mettere in atto comportamenti sociali competenti che riflettono l’adattamento sociale. Questi sei stadi sono: (a) codifica di segnali esterni e interni, (b) interpretazione e rappresentazione mentale di tali segnali, (c) chiarimento o selezione di un obiettivo, (d) accesso alla risposta o costruzione, (e) decisione di risposta, e (f) promulgazione comportamentale. L’evidenza che una attribuzione sbagliata è legata al disadattamento sociale è forte (Crick & amp; Dodge, 1994), e questo studio aggiunge ulteriore peso sperimentale ai suggerimenti precedenti, secondo cui i pregiudizi di attribuzione ostile precludono il disagio sociale nei giovani e possono avere un ruolo causale nel comportamento aggressivo (Dodge, Bates, & amp; Pettit, 1990; Rabiner & amp; Coie, 1989).
I cambiamenti dell’umore riportati possono essere stimolati attraverso due tecniche sperimentali, una delle quali è completamente non verbale. Clinicamente, semplici tecniche di allenamento emozionale, che possono essere somministrate con rapidità e facilità, potrebbero essere un mezzo economicamente efficace per ridurre il comportamento aggressivo.
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Riferimenti
Ian S. Penton-Voak, Jamie Thomas, Suzanne H. Gage, Mary McMurran, Sarah McDonald and Marcus R. Munafò, Increasing Recognition of Happiness in Ambiguous Facial Expressions Reduces Anger and Aggressive Behavior, 2013, Psychological Science 24(5) 688–697.